Il piacere della qualità

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Ivan Colla, contitolare della Omec S.r.l..

In un mercato in cui la competizione si gioca sempre più sul prezzo, c’è ancora chi nel proprio lavoro continua a puntare soprattutto sull’eccellenza produttiva. Perché la qualità ha un gusto al quale è difficile rinunciare. L’esempio di un controterzista bergamasco.

Un insieme di cause, quali l’automatizzazione dei processi produttivi, che ha drasticamente tagliato posti di lavoro, il progressivo ingresso nel mercato di paesi emergenti a basso costo di manodopera, la concorrenza globale, che ha escluso chi non è stato capace di rinnovarsi ed infine la perdurante crisi economica mondiale ha fatto sì che negli ultimi tempi distretti industriali del Bel Paese, una volta vanto di precisi territori, perdessero via via la loro fama di leader indiscussi in specifici comparti industriali con conseguente declino fino alla chiusura di storici e prestigiosi marchi. Questo fenomeno, che ha iniziato a manifestarsi in maniera evidente una decina di anni fa, assume oggi in certi casi dimensioni drammatiche, fino alla quasi totale scomparsa dei protagonisti di alcuni distretti. Fra i vari esempi uno emblematico è quello della Val Seriana la quale, da simbolo dell’industria tessile (fu persino chiamata la “Valle dell’oro” per la proficua attività delle sue numerose imprese) si ritrova ora a rimpiangere i bei giorni che furono con tanti capannoni diventati tristi scatole vuote. E’ qui, precisamente nel comune di Colzate, che nel 1975, nasce la Omec  S.r.l. L’artefice è un uomo che basa la sua attività proprio sulla collaborazione con le aziende tessili della zona. Ma ben presto gli interlocutori cominceranno a diventare altri e saranno poi le lavorazioni meccaniche a rendere noto nella valle, e non solo, il suo nome.

 

Dalla manutenzione dei telai ai trucioli

«Le cose sono andate proprio così – conferma Ivan Colla, figlio del fondatore e contitolare, insieme al fratello Dario, della ditta -. Quando nel 1975 mio padre iniziò a lavorare in proprio come manutentore di impianti tessili, cimentandosi inoltre nella costruzione di piccole macchine sempre per lo stesso settore, i filati della Val Seriana erano un fiore all’occhiello dell’economia bergamasca e le richieste per la miriade di aziende della zona erano talmente elevate che la manodopera sembrava non bastare mai. Mio padre ebbe però il merito di sapere guardare lontano e, dimostrando grande lungimiranza, nemmeno una decina di anni dopo pensò bene di orientare l’attività verso altri lidi. Era il periodo in cui io cominciavo a dargli una mano, frequentando poi alla sera gli ultimi anni nell’istituto tecnico in cui ho conseguito il diploma di perito meccanico, e ricordo che un giorno mi fece trovare in officina due torni a camme, mai visti prima,  raccomandandomi di farne buon uso». Il seguito della storia testimonia che Ivan Colla non ha tradito le aspettative del genitore, tanto è vero che oggi la Omec gode della stima di affermati clienti attivi specialmente nel settore energetico e, in misura minore, in quello elettromeccanico. Su richiesta dei medesimi produce un’ampia gamma di particolari meccanici di piccola e media dimensione (dalle valvole a saracinesca o a sfera, alla bulloneria e viteria, quest’ultima con lunghezze fino a 2 metri) impiegati prevalentemente in grandi impianti petrolchimici e nelle centrali elettriche. Fra i diversi materiali lavorati la parte del leone spetta agli acciai altolegati, ma il contitolare confida che si sente molto più tranquillo quando gli capita (raramente) di piazzare in macchina pezzi di ottone; in tali casi, infatti, oltre ad una minore usura degli utensili si evitano quegli antipatici attorcigliamenti dei trucioli sulle macchine. Il servizio alla committenza si completa sottoponendo, se necessario, i prodotti a trattamenti superficiali o termici, lavorazioni affidate a partner esterni.

 

Qualità da… leccare

Discorrere con Ivan Colla è particolarmente gradevole perché, oltre a dimostrarsi molto competente in materia di lavorazioni meccaniche, risponde alle domande in modo concreto e con quel pizzico di ironia che non guasta mai. Quando però parliamo di qualità, argomento che gli sta davvero a cuore, la sua espressione diventa un po’ più seriosa ed esprime ciò che pensa senza peli sulla lingua: «Noi ammettiamo di essere più cari, rispetto a certa concorrenza, ma, senza presunzione, riteniamo di offrire un livello qualitativo non comune. Volendo fare un paragone un po’ azzardato con un’altra eccellenza del made in Italy, cioè il vino, potrei sostenere che nelle officine si possono realizzare prodotti comparabili, sia con vini da pochi euro alla bottiglia, sia da 50 euro ed oltre, come il Brunello di Montalcino. Peccato però che nel nostro settore difficilmente la qualità viene riconosciuta, anzi si pretende di poterla ottenere pagandola come un… vino scadente. Pur consapevoli che nel mercato globale il prezzo sta assumendo un peso sempre maggiore noi cerchiamo di non piegarci oltremisura a questo gioco al ribasso, mortificante per la professionalità, anche se tale atteggiamento, purtroppo, ci ha fatto perdere alcuni clienti, ma non i più importanti».

Poi alla richiesta di chiarire ulteriormente il concetto sopra esposto fornendoci una sua esemplificativa definizione di qualità ai massimi livelli, sfodera la più singolare ed efficace mai sentita finora: «A prescindere dalla dimensioni, in un pezzo meccanico la qualità si vede dalle bave e dunque è al top quando, passatemi il termine, leccandolo non ci si taglia la lingua».

Per raggiungere simili risultati un apporto considerevole senza dubbio lo forniscono anche le macchine e quelle di cui dispone la Omec, riferisce il nostro interlocutore, sono state acquistate, coerentemente con la filosofia aziendale, senza badare a spese e dando la priorità assoluta allo loro affidabilità.

 

Nel futuro un po’ di rosa

Il giro in officina conferma quanto affermato dal contitolare che mostra ad uno ad uno gli esemplari più pregiati della sua collezione tecnologica, firmati dai notissimi costruttori mondiali: i cinque centri di lavoro (tre orizzontali e due verticali), il centro di tornitura a 4+4 assi bimandrino con portale e i sei torni Cnc (tre con spingibarra), fra cui quello dotato di mandrino idrodivisore per la lavorazione di valvole a tre vie, ultimo, recentissimo, acquisto, effettuato per poter soddisfare la specifica richiesta di tale tipologia di articolo giunta da un importante cliente. «I nostri investimenti in genere nascono così – osserva Ivan Colla -. Se tale macchina mi fosse stata proposta un mese e mezzo fa avrei risposto: “Ma neanche per sogno!”. Oggi invece è qui in seguito ad una fortunata commessa che ne giustificava la presenza. E ciò la dice lunga su quanto la crescita dell’azienda possa dipendere da eventi, talvolta anche casuali, come il suddetto».

Lo slalom fra gli altri macchinari (torni paralleli, fresatrici, dentatrici, stozzatrici, rettificatrici, trapani, maschiatrici e segatrici) ci fa anche incontrare una sorridente ragazza davanti ad un tornio. A colpirci non è tanto l’appartenenza al gentil sesso, visto che non è la prima volta che ne vediamo una rappresentante alle prese con una macchina utensile, ma la sua giovane età. «E’ mia figlia – informa il nostro interlocutore -. Al proseguimento degli studi ha preferito il lavoro e l’offerta che le ho fatto, accolta con entusiasmo, è stata in produzione perché è di gente operativa che abbiamo bisogno. Promette bene e se continuerà così mi auguro un giorno di poterle cedere il mio posto. Ne sarei felice. Di positivo c’è poi che in un momento grigio come l’attuale, con la concorrenza cinese sempre più pressante, lei un po’ di rosa lo garantisce di sicuro!».

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Una luce meccanica nella Val Seriana

La Omec, acronimo di Officina Meccanica Enrico Colla, viene fondata da quest’ultimo nel 1975 a Colzate, paese bergamasco nella Val Seriana, all’epoca denominata la valle del tessile per l’alta densità di aziende di questo comparto nel territorio. Ed è proprio in realtà del genere che il Sig. Colla ha operato professionalmente per circa quattro lustri occupandosi della manutenzione di telai e di altri macchinari utilizzati per la tessitura. Attività che continua a svolgere nei suoi primi anni da imprenditore, ma che poi, a causa della crescente crisi dell’industria tessile, sposterà gradualmente, con il supporto dei due figli, Ivan e Dario, alle lavorazioni meccaniche di precisione conto terzi. Oggi la società oltre al vecchio lavoro iniziale, riservato ai pochi clienti del tessile superstiti con i quali collabora ormai da più di 30 anni, dedica la quasi totalità delle proprie energie alla produzione di svariati particolari indirizzati principalmente al settore energetico (impianti petrolchimici e centrali elettriche) e in parte a quello elettromeccanico. Di lunghezze variabili da pochi millimetri a 2 metri e con diametri massimi di 500 mm, i componenti realizzati per il 90% sono di acciaio altolegato, fra cui l’Inconel, mentre gli altri nascono da semilavorati di bronzo, ottone, alluminio, titanio e plastica. Una ventina di clienti prestigiosi e fidelizzati hanno consentito alla Omec di fatturare 1,7 milioni di euro nel 2012 e di garantire un impiego a 13 dipendenti.

 

Troppo import nel sistema energetico europeo

Il settore energetico è il principale canale di sbocco dell’attività della Omec. Da sempre di importanza fondamentale in ogni ambito della società il suo sviluppo a livello mondiale è sempre più improntato al rispetto di criteri di sostenibilità ambientale, che ad oggi guidano le politiche di regolazione dei mercati e le scelte di investimento degli operatori. Nell’attuale fase congiunturale si sta ormai affermando la consapevolezza di come la promozione dell’uso sostenibile dell’energia possa trasformare la salvaguardia dell’ambiente in un’opportunità di crescita e/o di ripresa economica per un Sistema Paese o un’area geografica, grazie alla creazione di nuovi comparti industriali, posti di lavoro, innovazione tecnologica. In questo contesto, la UE con le proprie scelte di politica energetica ha segnato il cammino in tale direzione alfine di superare i principali limiti che caratterizzano il sistema energetico europeo, fra i quali spicca l’eccessiva dipendenza dall’estero per la copertura del fabbisogno energetico primario, con un forte squilibrio in favore dei combustibili fossili (petrolio, gas naturale e carbone) nel mix di generazione elettrica, che soddisfano circa il 78% del consumo interno lordo di energia dei Paesi UE27. Tra il 2005 e il 2010 si è registrato un progressivo inasprimento del grado di dipendenza dall’import per l’approvvigionamento di materie prime, che risulta drammatico relativamente al petrolio (92% nel 2010) e significativo per il gas naturale (64%). Come si può ben intuire un quadro del genere presenta un fattore di alto rischio per il sistema europeo nel suo complesso, anche alla luce delle pressioni internazionali cui va sempre più soggetto il mercato delle commodity energetiche.

di Mario Palmisano

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