Stop all’aumento dell’Iva. Salgono gli acconti Irpef, Ires e Irap

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La buona notizia è che sembra ormai certo lo slittamento dell’aumento dell’Iva dal 21 al 22%. La cattiva, è che probabilmente la manovra sarà ancora una volta finanziata da cittadini e imprese. Queste almeno le ultime indiscrezioni trapelate da Palazzo Chigi. Il miliardo di euro necessario ad allontanare l’ennesimo rincaro per i consumatori, infatti, potrebbe essere recuperato con un rialzo dell’acconto Irpef al 100% e di Ires e Irap al 101%. Una stangata a imprese e liberi professionisti valutata 2,6 miliardi di euro dalla Cgia di Mestre. Nemmeno il cinico esecutivo Monti si era spinto a tanto. Anzi, ad onor del vero, il senatore a vita aveva ridotto l’acconto Irpef dal 99% all’82% (poi modificato al 96%). Sarebbe prevista inoltre una tassa al 58,5% del prezzo di vendita per le sigarette elettroniche, come si legge nella bozza recentemente varata in Consiglio dei Ministri. Più confortante l’annuncio del vicepremier Angelino Alfano sull’Imu, che dal salotto di Porta a Porta ha dichiarato: “Gli italiani a Natale non pagheranno l’imposta sulla prima casa”. Intanto, però, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del dl Emergenze, sono entrate in vigore le nuove misure per i bolli: da 1,81 euro a 2 euro e da 14,62 euro a 16 euro.

Non si scompone Bruxelles: “La Commissione – ha commentato il portavoce del commissario Olly Rehn – ha bisogno di capire come verrà coperto il buco nei conti causato dal rinvio dell’Iva prima di commentare i provvedimenti”.

L’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha dunque fatto notare le eccessive modalità di copertura (2,6 miliardi) rispetto alle mancate entrate derivanti dal congelamento dell’Iva al 21% (1 miliardo), che, calcolatrice alla mano, sono in grado di coprire abbondantemente il saldo negativo sino alla fine dell’anno.Il sapore è quello di una vera e propria beffa – ha tuonato Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia -. È vero che si tratta solo di un aumento degli acconti di fine anno che sarà sottratto dai saldi che gli imprenditori pagheranno nel 2014; tuttavia, incrementare dal 99 al 100% l’acconto dell’Irpef, dal 100 al 101% quello dell’Ires e dal 100 al 110% quello dell’Irap contribuirà a peggiorare la situazione finanziaria di artigiani, commercianti, liberi professionisti e piccoli imprenditori che da tempo denunciano a gran voce di non disporre della liquidità necessaria per mantenere in piedi l’attività. Con le banche che da tempo hanno chiuso i rubinetti del credito – ha continuato – e con una crisi che non accenna ad allentare i suoi effetti recessivi come faranno molte imprese ad affrontare la scadenza di novembre con questi aumenti?”. E la riflessione del segretario sorge naturale: “Con oltre 810 miliardi di euro di spesa pubblica prevista nel 2013 si fa fatica a spiegare agli imprenditori che non è stato possibile trovare 2 miliardi per sterilizzare l’aumento dell’Iva, almeno sino alla fine di quest’anno”.

Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre.

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