Siemens Italia sulla via dell’Industry 4.0

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Abbiamo cominciato a parlare di competitività del sistema Paese in tempi non sospetti, circa dieci anni fa, commissionando studi e lanciando un osservatorio permanente – dice Federico Golla, amministratore delegato di Siemens Italia, società presente in Italia da oltre 112 anni e al settimo posto del ranking mondiale della multinazionale -. Lo abbiamo fatto con l’idea di segnalare per tempo il gap formativo, le inefficienze della burocrazia, le lungaggini della giustizia, la difficoltà di acceso al credito, quell’insieme di ostacoli che, è ormai opinione diffusa, spesso impediscono l’attrazione di investimenti esteri e frenano lo sviluppo e il rilancio dell’economia”.

Da un altro osservatorio, tuttavia, che è quello nostro, di un’azienda multinazionale ma profondamente radicata nel territorio italiano, abbiamo avuto l’occasione di intercettare realtà imprenditoriali che vantano storie di innovazione, professionalità, know how e qualità”, prosegue Golla.

A conferma che le eccellenze di oggi saranno la base per la ripresa di domani, arrivano analisi come quella dell’Istituto Piepoli, che ha condotto un sondaggio tra oltre cento opinion leader sul posizionamento dell’Italia nel mondo da qui al 2043. In questo arco di tempo l’economia italiana vedrà una crescita consistente in termini di prodotto interno lordo. Dopo il 2018 – anno in cui verrà superato il Pil del 2007 – è possibile formulare l’ipotesi di un incremento medio annuo del 2%.

Per il futuro marchio “made in Italy”, sarà il settore manifatturiero l’elemento trainante nei prossimi decenni. Questo nuovo orizzonte della manifattura vedrà sempre di più la compenetrazione tra industria e servizi per far fronte alla richiesta di prodotti unici, tailor made e personalizzati. Cresceranno i prodotti durevoli in cui la componente di servizio sarà prevalente. E la prossima rivoluzione industriale, che va sotto il nome di “Industry 4.0” e che vede Siemens in prima linea, assicurerà nuovi livelli di qualità, efficienza e flessibilità grazie alla completa integrazione dei mondi produttivi reali e digitali.

Secondo lo studio Piepoli, è realistico ipotizzare che, nel periodo considerato, i punti di forza del settore manifatturiero italiano manterranno una posizione di leadership nella produzione di macchine strumentali, in particolare le macchine utensili, ma anche quelle realizzate per la lavorazione della gomma, della plastica e del legno, quelle destinate al comparto tessile, dell’abbigliamento e così via. Buone anche le prospettive per un’agricoltura ricca e innovativa, con il settore agroalimentare che risulta uno degli ambiti a maggiore potenziale di crescita.

Sul fronte dell’offerta crescerà l’orientamento verso la produzione di qualità con propensione verso l’esportazione, un elemento – questo – che anche dall’osservatorio Siemens appare evidente. Sarà riconfermata infine la performance nei settori forti della tradizione italiana come quelli della moda, del lusso e del turismo.

L’appello quindi che oggi rinnovo è di non fermarsi, bensì di ripartire da quello che nel Paese funziona – afferma Golla -. Ci sono eccellenze che hanno reso forte l’Italia e che continueranno a portarla alla ribalta del mondo per gli anni a venire. Gioielli di impresa che hanno già vinto la sfida della competitività, modelli virtuosi con una ricetta distintiva di cui andare orgogliosi e che vale la pena almeno raccontare qui e all’estero”.

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