Il successo del made in Taiwan

Condividi

Hardus CoetzeeTMPC Co Ltd ha sede in una via laterale della città di Taichung, a un’ora circa a sud da Taipei, sulla costa occidentale del Taiwan. All’interno, vi sono diverse macchine utensili CNC, tra cui un centro di lavoro verticale Haas VF-2SS Super Speed, impegnate nella produzione di pezzi per diversi clienti in tutto il mondo.

Vent’anni fa, Hardus Coetzee, il proprietario di TMCP , è arrivato in Taiwan dal Sud Africa grazie a un’iniziativa formativa sponsorizzata dal governo.

«Ero una delle 23 persone arrivate in Taiwan per imparare il mestiere dell’istruttore, per insegnare alla gente del posto senza formazione previa – spiega –. Pensavo che mi avrebbe consentito di impiegare le mie competenze di installatore e tornitore nella forza aerea sudafricana, di cui ero entrato a far parte dopo avere finito la scuola».

Inizialmente, trovare un impiego fisso è stato più facile a dirsi che a farsi. Coetzee ha lavorato come insegnante di inglese, ma solo per un mese. Desiderava tornare alla lavorazione con le macchine ma i due momenti fortunati come dipendente presso aziende CNC della zona sono durati rispettivamente sette e otto mesi. Coetzee ha tentato addirittura di avviare la propria attività CNC, ma l’iniziativa si è conclusa dopo 18 mesi a causa di una mancanza di conoscenza degli usi e costumi commerciali locali. Lo stesso ostacolo si è presentato con la sua successiva attività, che consisteva nell’acquisto e nella vendita di merci.

«È stato allora che mi sono recato presso un rivenditore di macchine utensili di seconda mano nel tentativo di riprendere le attività di taglio di metallo per guadagnarmi da vivere – racconta –. Ho chiesto al proprietario se potevo utilizzare le macchine per la produzione di pezzi, e in cambio avrei pagato una percentuale per pezzo. Ciò voleva dire che ogni volta che un potenziale cliente fosse venuto a visitare le macchine, le avrebbe viste in funzione. Inizialmente il proprietario era scettico, ma alla fine accettò. Grazie all’accordo cominciò a vendere più macchine. Sfortunatamente, iniziò a diventare avido e voleva farmi pagare di più, quindi smisi».

Continua a leggere l’articolo all’interno dello sfogliabile, da pagina 52: http://www.macchineutensilinews.it/numeri/201410-ottobre/.

Articoli correlati