Nessuna crisi per lo stampo made in Italy

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made in italy genericEventi e stime recenti hanno evidenziato come, a dispetto delle più allarmistiche voci circa il perdurare e l’ineluttabilità della crisi, l’industria tricolore degli stampi si conservi in buona salute e sia, soprattutto, vivace, nonostante una concorrenza sempre più folta oltre che agguerrita.

Lo dimostra il fatto che alle spalle di Cina, Stati Uniti, Giappone, Germania e Corea i produttori nazionali abbiano ottenuto il sesto posto nelle graduatorie mondiali d’area. Ottima è stata – sia secondo i dati ufficiali 2012 della sigla internazionale di categoria Istma, sia secondo quelli ufficiosi espressi dai manager di settore – nel dettaglio la performance negli ambiti di metallo e lamiera.

Per quel che riguarda i primi, i costruttori tricolori hanno sopravanzato i rivali tedeschi, francesi e spagnoli conquistando la prima piazza planetaria. Sui secondi solo il Giappone si è comportato meglio, lasciandoci al secondo gradino del podio. Ottava esportatrice di stampi (e sorpassata in questo caso anche da Canada e Spagna), la Penisola trae risultati incoraggianti anche nelle soluzioni per la plastica, confermandosi sesta per output dietro Cina, Giappone, Usa, Sud Corea e Germania.

Forti di un fatturato atteso a confermarsi attorno a 1.7 miliardi di euro, gli stampi per materie plastiche sono venduti per il 42% del totale oltreconfine, contro la quota export del 50% realizzata da quelli per lamiera e metalli, il cui valore della produzione è stato stimato di recente a 380 milioni di euro.

Se da un lato preoccupa il calo dei margini, dall’altro i segnali positivi non mancano affatto. Tanto nella lamiera quanto nella plastica, aspettative e prospettive degli imprenditori sono improntate a un moderato ottimismo. E le sensazioni di una imminente ripresa dei mercati fanno il paio con una nuova corsa agli investimenti e, quel che più conta, alla pianificazione strategica per il futuro.

Altri dati, di differenti fonti, paiono giustificare le loro grandi manovre. La società di analisi del mercato Grand View Research ha stimato recentemente che entro il 2020 il mercato dello stampaggio a iniezione per parti in plastica dovrebbe raggiungere un valore di circa 280 miliardi di dollari in tutto il mondo. La domanda dovrebbe passare dai 92 milioni di tonnellate del 2013 agli oltre 130 di fine decennio, con la macroregione Asia-Pacifico a trainare la volata. La sua crescita dovrebbe viaggiare a tassi del 5,4% annui partendo dal fatturato di 70.18 miliardi di dollari conseguito nel 2013.

Sempre secondo Grand View Research, all’exploit dovrebbero contribuire per lo più l’automotive e le costruzioni. L’Asia, non a caso, è uno dei fronti caldi per lo stampo made in Italy e la buona notizia è che la Cina non è più l’unica El Dorado a disposizione.

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