Il LED giusto al momento giusto

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film robotSull’Iperbase gli scienziati stanno sviluppando l’unità per i viaggi nell’iperspazio; un ricercatore perde le staffe e manda a quel paese un robot in dotazione alla base; obbedendo agli ordini, questo si nasconde mimetizzandosi tra altri robot identici a lui. Così, l’impresa di scovarlo diventa un rompicapo anche per il capo robot-psicologo. La sua latitanza, però, potrebbe essere dannosa al punto di uccidere una persona o il robot potrebbe acquisire un complesso di superiorità rispetto all’uomo. Questa storia, tratta dal racconto fantascientifico di Isaac AsimovIl robot scomparso” potrebbe ambientarsi in una prossima quinta rivoluzione industriale, ma per ora torniamo con i piedi sulla terra e accontentiamoci della quarta rivoluzione, senza robot psicologi. Il robot scomparso ha sfruttato il pensiero laterale per diventare cattivo. Pensare lateralmente equivale a pensare come i granchi; per prendere una decisione abbiamo due alternative: fronteggiare il problema per rimuovere l’ostacolo diretto oppure affrontarlo in modo trasversale, aggirando l’ostacolo.

Oggi, per investire in nuovi mezzi di produzione – o meglio in automazione – bisognerebbe pensare in termini laterali, per favorire tutti i punti di vista da cui si può considerare la produzione industriale. Voglio dire, non farsi guidare dalla logica, bensì cavalcarla, procedendo a ritroso da una conclusione finale intuita. Il robot, per esempio, non deve essere un cattivo padrone, ma un buon servitore. L’automazione giusta al posto giusto al momento giusto avrebbe davvero un effetto liberatorio. Questo articolo è una provocazione e come tale non può essere contemporaneamente ricetta e soluzione; gli specialisti siete voi lettori, non io! Ma proprio perché siete specialisti (quindi verticali) avete bisogno di pensieri laterali, con i quali però non si può vivere (altrimenti non sarebbero più laterali). Peraltro questi ultimi sono di due tipi: quelli interni, che possiamo produrre noi spremendo il nostro cervello per trovare approcci nuovi, e quelli talvolta ancora più utili, che ci vengono da fuori, da qualcuno che ha la testa libera dal bisogno di trovare una soluzione a un certo problema; magari al problema di quel ricercatore che ha fatto arrabbiare il robot.

I pensieri laterali sono importanti e occorre prestare attenzione quando ne incontriamo uno; sono spesso inutili al problema che si sta cercando di risolvere, ma possono accendere il LED giusto per qualche cosa d’altro. Un ricercatore della 3M cercava una colla fortissima, che non permettesse la rimozione di un poster murale; quando si trovò in mano un foglio che si staccava come niente, lo appiccicò al muro sbuffando, ove ci rimase per un po’ di tempo, finché un collega lo vide, gli si accese il famoso LED giusto e nacque così il Post-it. Per beccare i pensieri esterni non c’è che tenere le antenne ritte e avere un po’ di fortuna; per produrre quelli interni bisogna fare altro, ma non credo che un imprenditore debba cambiare mestiere e fare altre cose per garantirsi successo anche con le congiunture sfavorevoli del mercato. Se le imprese continueranno a trovare soluzioni ai problemi dei loro clienti, pensando non solo al problema specifico, ma anche a quello che il cliente stesso magari non gli sta chiedendo espressamente, allora ci si potrà confrontare con qualsiasi concorrente, perché non sarà il prezzo a condurre la scelta, bensì il valore contenuto nella proposta. Sì, perché ci sono un sacco di cose da fare, per fare bene il proprio mestiere.

di Enzo Guaglione

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