BSA: Dove l’integrazione fa rima con l’innovazione

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I tre fratelli Bertolo, da circa vent’anni al timone di Bsa: da sinistra Massimo, Alessandra, Fabrizio.
I tre fratelli Bertolo, da circa vent’anni al timone di Bsa: da sinistra Massimo, Alessandra, Fabrizio.

Gestita sin dalle origini dalla famiglia Bertolo, la torinese BSA, sede a Venaria Reale, è oggi una realtà industriale composta da circa 30 persone amministrata dai figli del fondatore Massimo, Fabrizio e Alessandra, che ne hanno prese le redini 20 anni fa e ne sono titolari con un 33% di quote ciascuno. La storia dell’azienda parte con la decisione da parte dei tre fratelli di farsi carico dell’officina creata dal padre Alessandro dopo la sua scomparsa acquisendo sul campo le competenze necessarie.

«Non solo venivamo da esperienze diverse», ha raccontato a Stampi Fabrizio Bertolo, «essendo Alessandra una ragioniera, Massimo laureato in legge e il sottoscritto informatico. Ma anche da ambienti differenti, visto che eravamo impiegati presso grandi multinazionali, mentre Bsa era allora una società molto più piccola. Ci siamo fatti strada “rubando” il mestiere agli addetti esperti, per così dire, seguendo con estrema curiosità ogni passo delle lavorazioni e della costruzione degli stampi nei nostri reparti».

Adesso il costruttore piemontese può vantare un fatturato medio annuo di oltre 3 milioni di euro e nonostante che la maggior parte di questo volume d’affari provenga dal panorama dell’automobile, come si avrà modo di vedere più avanti, altri settori stanno guadagnando rapidamente interesse. Allo scopo di differenziare costantemente il suo business BSA ha infatti agito e continua a operare in linea con quel che ogni guru dell’industria globale suggerirebbe. Investendo in innovazione e in tecnologie in grado di trasformare le sue metodologie di lavoro rendendole più efficaci, soprattutto nei periodi in cui la crisi sembrava mordere più duramente. Un percorso lungo il quale la famiglia Bertolo e, lo vedremo, i suoi più stretti e fidati collaboratori strategici, hanno potuto contare sulla capacità di dare risposte rapide e adeguate da parte di fornitori come Vero Solutions e Meusburger. «Abbiamo constatato in prima persona», ha proseguito Fabrizio Bertolo, «come una maggiore integrazione dei processi di costruzione degli stampi possa risultare decisiva per l’abbattimento dei costi di produzione e la riduzione dei tempi di consegna al cliente. E questa è una delle ragioni primarie dell’attenzione con cui guardiamo all’hi-tech. La disponibilità di strumenti come quelli di Vero Solutions e il loro connubio col catalogo Meusburger assicurano maggior qualità e velocità».

Giulio Ienna, responsabile dell’ufficio tecnico della torinese Bsa, con sede a Venaria Reale.
Giulio Ienna, responsabile dell’ufficio tecnico della torinese Bsa, con sede a Venaria Reale.

L’importanza del software; la centralità degli acciai
Altre voci confermano le considerazioni espresse da Bertolo e sono quanto mai autorevoli poiché provengono dal cuore stesso della progettazione aziendale.

«Bsa ha sviluppato ottime capacità di ascolto delle esigenze e dei suggerimenti dei suoi dipendenti», ha infatti riflettuto Giulio Ienna, responsabile dell’ufficio tecnico, «e a me ha permesso di selezionare le risorse applicative e i materiali che mi sembravano più adatte per il nostro tipo di lavoro. Di qui la scelta di Meusburger e del suo catalogo integrato di portastampi e di normalizzati rigorosamente made in Austria con i software di Vero Solutions, che ci ha consentito di triplicare, o quasi, la produttività; e che attualmente va approfondito a 360 gradi con gli altri progettisti. Perché se usato al massimo delle potenzialità garantisce anche un interessante risparmio sugli utensili e agevola gli automatismi, decisivi soprattutto nel contesto degli stampi lamiera. Nel frattempo, possiamo dire di avere eliminato le procedure di messa in tavola, con comprensibili vantaggi per il time to market».

L’ampliamento della gamma di soluzioni in dote a Bsa ha coinciso con una crescita delle conoscenze della forza lavoro, permettendo a Ienna di dire che «in azienda non esistono più dei semplici operai, ma autentici tecnici ed esperti del Cam. E l’ufficio tecnico ha acquistato centralità». Quanto invece agli sbocchi di mercato, l’azienda della cintura di Torino ha saputo conquistarne di nuovi anche in anni difficili, specie al di fuori del mercato automotive, pure in virtù dei mutamenti che ha costantemente apportato al suo parco macchine, destinati a proseguire in futuro. «Possiamo contare su Clienti in tutta Italia», ha detto Massimo Bertolo, «e grazie alla partnership con alcuni Clienti che hanno sedi operative anche all’estero, abbiamo potuto fornire anche altri paesi europei come Spagna, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Polonia. Siamo presenti anche in paesi extra europei come Marocco, Argentina, Cina…». Nel 2015, Bsa calcola ora un 20% di vendite realizzate all’estero e specialmente nelle citate Polonia, Germania e Spagna. Ma non mancano contatti con lo scenario statunitense, per esempio, che per il terzista potrebbero però concretizzarsi più facilmente attraverso dei clienti più strutturati.

Un interno dell’officina di Bsa in cui spicca il primo piano delle tecnologie di elettroerosione con le macchine GF Machining Solutions.
Un interno dell’officina di Bsa in cui spicca il primo piano delle tecnologie di elettroerosione con le macchine GF Machining Solutions.

2010-2012: gli anni del cambiamento
Hanno avuto inizio nel 2010 alcune fra le più recenti e determinanti campagne acquisti che BSA ha compiuto dal punto di vista dei macchinari, con l’ingresso, fra gli altri, di una punzonatrice a controllo numerico che ha contribuito a «diversificare la nostra attività», come ha sottolineato Ienna. «Nel 2010», ha quindi proseguito il responsabile dell’ufficio tecnico, «è stato creato un nuovo reparto dedicato alla punzonatura e alla prototipazione, al fine di indirizzare le richieste di una parte dei clienti. Oggi lo stampaggio lamiera rappresenta il 70% dei ricavi; la punzonatura il 10%; il 20% l’attrezzeria». Ottimamente equipaggiata per le lavorazioni in elettroerosione, oggi la creatura della famiglia Bertolo è in procinto di concentrarsi su altri macchinari: «Credo che si debba e si possa potenziare l’area dell’asportazione truciolo», ha detto Ienna, «e in tal senso andranno i prossimi investimenti». Perché un continuo aggiornamento, anche sotto l’aspetto dei software, è il fattore X del successo: «Bisogna seguire passo dopo passo le evoluzioni della tecnologia», ha detto Ienna, «sino alle più recenti versioni, per poterne trarre il meglio. Ma per questo credo sia essenziale un dialogo diretto coi fornitori che devono condividere con noi la comprensione dei problemi e la ricerca di risposte». Non a caso, nel segno di una coerente strategia di formazione continua, l’azienda torinese è fra i più assidui frequentatori dei master di Vero sui sistemi Cad e Cam.

«La formazione è un’altra componente decisiva del lavoro di Bsa», ha detto Alessandra Bertolo, che ha potuto toccare con mano le difficoltà di reperimento di manodopera e cervelli specializzati anche nel territorio della Mole. Altrettanto complicato però, in un momento di sofferenza dello stampaggio lamiere che da solo costituisce una porzione rilevante degli introiti della società, è garantirsi delle opportunità inedite in altre aree. «Molte commesse sono state delocalizzate nel corso degli ultimi anni», ha osservato Luigi Manconi, responsabile della produzione. Solo parzialmente soddisfacenti sono stati gli approcci ai segmenti delle trasformazioni per auto alimentate a Gpl o metano. «Oggi», ha precisato invece Fabrizio Bertolo, «spiragli d’interesse si sono aperti nei comparti degli arredi, della edilizia e della meccanica in generale. Guardiamo inoltre con attenzione», ha proseguito e concluso «al panorama dei serramenti, cruciale per approdare ai mercati internazionali anche attraverso dei contatti italiani».

Tre chilometri quadrati di specializzazione
Bsa occupa oggi una superficie coperta di 3.000 metri quadrati dove ospita due reparti di produzione e un parco-presse meccaniche a uno e due punti di spinta per una potenza complessiva compresa fra le 20 e le 200 tonnellate. L’impresa, una Società a responsabilità limitata il cui nome è un acronimo per Bertolo Stampaggi Attrezzature, è per tradizione specializzata nello stampaggio lamiera a freddo con stampi progressivi, transfer e stampi di ripresa. Tuttavia, come evidenziato dalle note ufficiali della stessa azienda, fra le sue competenze rientrano anche operazioni di montaggio e di assemblaggio di sottogruppi sia prodotti internamente sia forniti dai Clienti. Nei suoi spazi il marchio di Venaria Reale ospita inoltre una attrezzeria dedicata sia alla progettazione e costruzione di stampi e attrezzature sia alla manutenzione rigorosamente effettuata in tempo reale. Tanto le sue metodologie operative quanto i suoi processi sono stati certificati UNI EN ISO 9001.

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