Davide Ardizzoia di 3ntr di Jdeal-Form: “Quando si richiedono parti funzionali in polimeri rigidi o in elastomero”

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Davide Ardizzoia, responsabile tecnico e R&D per il marchio 3ntr di Jdeal-Form
Davide Ardizzoia, responsabile tecnico e R&D per il marchio 3ntr di Jdeal-Form

Anche le stampanti prodotte dalla Jdeal-Form e commercializzate con il marchio 3ntr adottano la tecnologia della fusione di filamenti (FDM o FFF).

«È ormai chiaro – afferma Davide Ardizzoia, responsabile tecnico e R&D per il marchio 3ntr – che questa tecnologia, adottata da tutte le nostre stampanti, può essere utilizzata vantaggiosamente nel 70% dei casi, quando non sono necessari livelli di dettaglio esasperati (area presidiata dalle soluzioni DLP/SLA oppure MultiJet) oppure richieda livelli di complessità molto elevati (meglio affrontati con sistemi SLS). Le nostre macchine possono essere impiegate con successo quando si richiedono parti funzionali in polimeri rigidi o in elastomero».

Il modello di punta della 3ntr è rappresentato dalla A2v2 per stampa di grande formato (620x350x500 millimetri) con camera di stampa a controllo termostatico, tre ugelli raffreddati a liquido, piani di stampa riscaldati rimovibili, predisposizione aspirazione fumi. I materiali impiegabili spaziano dal PLA (prototipi puramente estetici) all’ABS (prototipi funzionali), dal PMMA (resistenza UV) al PA (resistenza meccanica/resilienza/usi specifici) al PC (alta resistenza meccanica, bassa conducibilità elettrica). Sistemi 3ntr sono installati, per fare qualche esempio, presso aziende che operano nell’aerospaziale, stampisti, nell’automotive, negli elettrodomestici, nel medicale.

Una delle stampanti sviluppate e prodotto dell’italiana Jdeal-Form con il marchio 3ntr. Basate sulla FDM possono stampare materiali che spaziano dall’ABS al PLA, dal PMMA a PA.
Una delle stampanti sviluppate e prodotto dell’italiana Jdeal-Form con il marchio 3ntr. Basate sulla FDM possono stampare materiali che spaziano dall’ABS al PLA, dal PMMA a PA.

«Abbiamo clienti – afferma Ardizzoia – che effettuano sia rapid prototyping (1-3 pezzi) sia rapid manufacturing (centinaia di pezzi). La manifattura italiana si contraddistingue da sempre per inventiva e design. La stampa 3D, se usata correttamente, può essere determinante nel dare un considerevole vantaggio competitivo sia in termini di tempo sia di collaudo esecutivo volto al miglioramento funzionale o estetico del prodotto o prototipo. I limiti attuali riguardano essenzialmente la mancanza di software realmente evoluti per il comando delle stampanti (slicer) e la poca conoscenza di queste tecnologie presso l’utenza finale. Per quanto riguarda il livello di adozione di queste tecnologie, la nostra esperienza ci dice che è difficile tracciare un profilo diverso tra piccola, media e grande industria. Incontriamo lo stesso genere di ostacoli all’adozione di questa tecnologia: problemi di budget, management che ne ignora le potenzialità e scorretto uso dei sistemi: ad esempio pretendere di produrre pezzi 3D funzionalmente identici a parti stampate ad iniezione».

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