Giuseppe Cilia di Stratasys: “L’additive manufacturing è un’integrazione nel processo di sviluppo degli stampi”

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Stratasys - Object Eden 260VS
La Objet Eden 260VS è la prima stampante Stratasys con tecnologia PolyJet ad usare il nuovo supporto solubile che consente di realizzare componenti di maggiore qualità con dettagli estremamente fini.

Stratasys, società fondata da Scott Trump, l’inventore della tecnologia FDM, e oggi tra le maggiori multinazionali specializzate nei prodotti per stampa additiva. «La stampa 3D – racconta Giuseppe Cilia, sales manager di Stratasys – si sta diffondendo secondo tre direttrici: innovazione tecnologica (nuovi materiali e processi produttivi); diffusione della conoscenza della stampa 3D (media, stampanti ultra low end) e maggior confidenza da parte degli interlocutori; affinamento di pratiche, metodologie e sviluppo nuove applicazioni».

Anche a Cilia abbiamo chiesto quali sono le tecnologie, le macchine e i materiali di casa Stratasys che possano dare un valore aggiunto agli stampisti. «Per quanto riguarda la tecnologia – afferma il manager – tra quelle più adatte consiglierei la triplo getto PolyJet per combinare fino a tre fotopolimeri per la realizzazione di plastiche ad alte prestazioni, come nel caso del Digital ABS per stampi prototipali in plastica per iniezione, o per la realizzazione di innumerevoli combinazioni cromatiche per prototipi dall’aspetto realistico. Sul versante dei materiali, per la tecnologia FDM è di rilievo l’ASA. Consente una resa estetica superiore ed è indicato per la realizzazione di prototipi realistici o produzioni in piccole serie. In ambito PolyJet, l’Endur rappresenta una ottima soluzione sia per sviluppare prototipi funzionali sia per realizzare stampi prototipali economici in plastica per iniezione.

Infine, per quanto riguarda le macchine, per la tecnologia FDM citiamo le nuove Fortus 380mc e 450mc: 20% più veloci e più affidabili e con possibilità di utilizzare termoplastici standard, ingegneristici e ad alte prestazioni (questi ultimi solo con 450mc). In ambito PolyJet citiamo la nuova Eden 260VS e sei nuove stampanti Objet Connex con 2 dimensioni di stampa (260x260x200 e 350x350x200) e tre livelli tecnologici per gestire sino a tre differenti materiali e le loro possibili combinazioni. La Objet Eden 260VS è la prima stampante Stratasys con tecnologia PolyJet ad usare il nuovo supporto solubile che consente di realizzare componenti di maggiore qualità con dettagli estremamente fini consentendo al contempo un processo automatizzato per la rimozione del supporto, riducendo così l’intervento dell’operatore».

I punti di forza di Stratasys, secondo il manager della multinazionale, comprendono anzitutto la suite completa di macchine, tecnologie e materiali per coprire in modo efficace ed economico le necessità di realizzare non solo prototipi pienamente funzionali e esteticamente simili al prodotto finale, ma anche e soprattutto attrezzature di produzione e stampi prototipali in plastica per iniezione. Gli abbiamo chiesto anche quali sono i punti deboli di queste tecnologie, che Cilia ha individuato nella durata degli stampi in plastica.

«Ovviamente – afferma – la durata non è paragonabile a uno stampo pilota in alluminio, ma è senza dubbio vantaggioso come costi e tempistiche». La ricerca e sviluppo di Stratasys intende nei prossimi tempi fare leva sulla tecnologia a triplo getto PolyJet congiuntamente allo sviluppo di nuovi materiali “digitali” per consentire l’aumento della temperatura ammissibile del fronte fuso negli stampi di plastica per iniezione, aumentandone la durata nel tempo. Per quanto riguarda i possibili impieghi della stampa 3D in ambito industriale, Cilia cita il caso di Unilever Italia. «Dopo aver usato per anni le nostre macchine per la creazione di prototipi, ha acquisito anche una macchina della linea Connex per la realizzazione di stampi pilota, così da ottenere una campionatura dei prodotti nei materiali definitivi. Oltre a ciò, i clienti le utilizzano per costruire attrezzature di produzione (guide e dime) o componentistica per l’automazione (mani di presa robot per gli stampi ad alta velocità di produzione)».

Il manager di Stratasys conclude sostenendo che la diffusione della stampa 3D sta decisamente aumentando. Ci sono ancora sacche di diffidenza, dovuta più che altro al fatto che l’additive manufacturing viene vista come antitesi al manufatto in metallo, per inciso lo stampo. «Va invece interpretata – conclude Cilia – come un ausilio e una integrazione nel processo di sviluppo non solo del prodotto finito ma anche dei tool di produzione, come gli stampi per l’appunto».

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