Ordini di macchine utensili: si respira ottimismo

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Prosegue il trend positivo per l’indice degli ordini delle importazioni di macchine utensili.

Nel quarto trimestre 2015, infatti, secondo la rilevazione congiunta di Ucimu e Ascomut, gli ordini raccolti dagli importatori hanno registrato un incremento del 19% in termini costanti, rispetto allo stesso periodo del 2014. Il valore dell’indice degli ordini, la cui base è 2010=100, è stato quindi di 146.

Nel 2015 l’indice è cresciuto del 18,4% rispetto all’anno precedente. Tale risultato conferma la dinamicità del mercato interno; si tratta di un dato in linea con le indicazioni fornite dall’indice degli ordini interni raccolti dai costruttori italiani di macchine utensili, cresciuto, in ragione d’anno, del 18,1% rispetto a 2014.

Le previsioni della domanda per i prossimi tre mesi, rispetto al trimestre appena concluso, sono per il 70% dei rispondenti di Stabilità, per il 20% di Aumento e la parte restante indica Diminuzione. Le variazioni dei prezzi oscillano tra zero e +2%, per una media complessiva del +0,6%. Le giacenze di macchine a magazzino a fine del periodo di rilevazione sono quasi equamente suddivise, con una quota del 30%, tra risposte di Stabilità, Diminuzione e Nessuna giacenza. Il restante 10% indica Aumento.

Come sarà il nuovo anno? A questa domanda cerca di dare una risposta la rilevazione trimestrale “Sentiment Ascomut”. Ne emerge un orientamento certamente positivo, che conferma la sensazione di un trend capace di mantenere un andamento favorevole anche nel nuovo anno. Il 60% dei rispondenti prevede un’ulteriore crescita rispetto a un già buono 2015 e il 37,5% ipotizza un 2016 sugli stessi livelli dell’anno appena concluso. Bassissima (3,7%) la percentuale dei pessimisti. Comprensibilmente più prudente, invece, il giudizio previsionale sullo scenario generale di breve periodo, considerando le incertezze sul quadro economico-politico internazionale e nazionale. Si respira comunque un confortante ottimismo dal momento che per il 53% dei rispondenti avremo un quadro stabile e che il 40% intravvede anzi un suo miglioramento. Solo il 6% immagina un deterioramento del contesto.

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