Tebis: obiettivo, le piccole e medie imprese

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Da sinistra, Bernhard Rindfleisch, presidente e fondatore; e Thomas Wrede, membro del Consiglio di Amministrazione Tebis.
Da sinistra, Bernhard Rindfleisch, presidente e fondatore; e Thomas Wrede, membro del Consiglio di Amministrazione Tebis.

La nuova versione V 4.0 del software che il produttore tedesco Tebis dedica tradizionalmente all’industria manifatturiera e in particolare al settore degli stampi, dei modelli e dei componenti meccanici è stata svelata poco prima del suo ingresso ufficiale sui mercati in occasione di Emo 2015, fiera internazionale delle macchine utensili e delle tecnologie a esse correlate che ha avuto luogo all’inizio dello scorso ottobre a Milano. L’ultimo nato della gamma Tebis promette agli utilizzatori una nuova efficienza e un netto incremento delle funzionalità e delle potenzialità di sviluppo dei processi in progettazione.

Fiori all’occhiello di questa quarta versione sono la rinnovata interfaccia e il più semplice accesso agli strumenti di base, frutto di una ricerca che ha privilegiato l’intuitività e la flessibilità di utilizzo. E che in una certa misura segna un punto di svolta nelle strategie della multinazionale, pronta adesso a guardare con maggiore interesse alla fascia di mercato quanto mai strategica delle imprese di dimensione piccola e media e perciò ad aggredire il panorama con un inedito pacchetto di tipo entry level. Questo e altri temi più strettamente connessi con le evoluzioni degli scenari italiano e globale sono stati al centro del colloquio che Stampi ha intrattenuto nei padiglioni di Fiera Milano a Rho con Bernhard Rindfleisch, presidente e fondatore; e Thomas Wrede, membro del Consiglio di Amministrazione Tebis. «In Italia», hanno infatti esordito Rindfleisch e Wrede, «contiamo di poter raggiungere con la versione V4.0 una fetta di utenza finale diversa da quella servita da Tebis sino al recente passato».

Quali funzionalità meritano tuttavia di essere evidenziate maggiormente, nella V4.0 R1?
Si tratta di una piattaforma CAD/CAM dalle prerogative molto moderne, a nostro modo di vedere, con una rinnovata interfaccia-utente pensata in modo specifico in vista di un utilizzo intensivo, dal layout grafico semplice e chiaro anche al sol livello dei comandi e dei segnali. Importante è anche il fatto che V 4.0 sia sin da subito stata resa disponibile in cinque lingue fra le quali anche il cinese, in un’ottica di accentuata internazionalizzazione. Oltre alla già citata interfaccia ci siamo dedicati al miglioramento e alla semplificazione del pannello delle funzioni e al potenziamento del feedback del software, oggi molto più intuitivo, dettagliato e di immediata comprensione.

Come spiegate la decisione di introdurre per la prima volta un pacchetto di tipo entry level?
L’offerta attuale è stata strutturata su tre diversi livelli fra i quali appunto un entry level con una formula di prezzo decisamente vantaggiosa, in particolare per le piccole e medie imprese. Assicura in ogni caso funzionalità e strumenti di elevata qualità e lascia comunque agli utilizzatori la decisione se passare a una versione superiore oppure no. Inoltre per rispondere alle esigenze specifiche, tutte le licenze sono integrabili individualmente tramite componenti aggiuntivi. Senza dubbio si tratta di un prodotto ottimale per la progettazione degli stampi, ma adatto anche ad altri comparti industriali strategici fa i quali si possono menzionare l’aerospazio, la meccanica, le applicazioni ingegneristiche, per finire.

Auszug2_b_02Quali sono stati i fattori-chiave che Vi hanno guidati alla creazione della nuova interfaccia?
È stata probabilmente la parte del lavoro che ci ha richiesto i maggiori sforzi in termini di risorse impiegate e di tempo. Ma crediamo sia importante sottolineare che il suo sviluppo si è molto basato sui suggerimenti e sui feedback ottenuti dal nostro bacino di clientela, col quale dialoghiamo sempre. Ci siamo orientati verso gli ambienti Apple, oltre che allo stilema classico Windows-like.

Quale risposta Vi aspettate adesso dal mercato italiano e soprattutto dal settore degli stampi?
Nel vostro Paese siamo fiduciosi di poter approcciare una parte di clientela che in precedenza ci era più complicato raggiungere, proprio grazie alla presenza dell’entry level, semplificato e proposto a prezzi più bassi, ma tuttavia sempre ricco e completo. L’idea è quella di costruire un’offerta fatta di pacchetti mirati per indirizzare esigenze svariate e ai quali è possibile aggiungere degli add on tali da consentire la realizzazione di soluzioni pressoché interamente personalizzate. Quanto agli stampi, è chiaro che restano prioritari e che ai costruttori andremo a garantire con il tempo anche applicativi dedicati a modellazione, design, ingegneria meccanica, alla tornitura e lavorazioni laser.

E più in generale che opinione Vi siete fatti circa l’andamento dell’industria di casa nostra?
Crediamo che l’Italia stia dando segnali di crescita economica molto importanti, al momento, sebbene non manchino le incognite. E una di queste ha a che fare con la situazione di Volkswagen (l’incontro è avvenuto quasi in concomitanza con le notizie relative al diesel-gate che ha coinvolto la casa tedesca, ndr.) perché potrebbe sortire impatti notevoli sui costruttori e sulla supply chain. Va ricordato che un buon numero di aziende italiane è impegnato nel settore della produzione automobilistica e lavora abitualmente, in maniera diretta oppure indiretta, anche per marchi tedeschi. Il pericolo di una riduzione delle forniture, oggi, esiste e non può certamente essere negato.

Flaechenkonstruktion_4_b_02Quali sono invece i Vostri commenti e le opinioni circa le performance della stessa Tebis?
Siamo fra gli ultimi produttori indipendenti di applicazioni Cad e Cam rimasti sui mercati globali. Ma nelle strategie di incorporazione e di aggregazione che negli ultimi anni hanno preso molto piede non possiamo evitare di scorgere anche alcuni rischi di importanza non secondaria. Quelli per esempio di una certa perdita di libertà e di conoscenze acquisite, persino di forza lavoro pronta a lasciare in assenza di un senso di appartenenza forte e alla luce di una migliore offerta. Ci sentiamo per certi versi come Asterix e il suo villaggio di irriducibili galli stretto nella morsa degli invasori. Ciò nonostante da un altro punto di vista le grandi operazioni di merger & acquisition possono anche presentare dei vantaggi a software house come Tebis. Perché sono principalmente basate sulla necessità di fare cassa e sui risultati a breve, anziché su una autentica strategia di ampio respiro. Finiscono perciò per non riuscire a dare dei reali benefici ai clienti. Inoltre, anche la conservazione della cultura aziendale diventa un vero problema nel caso di operazioni internazionali, perché lo engineering è un lavoro fatto di persone che non sempre è facile mettere insieme: la riorganizzazione e il riallineamento sono processi che richiedono a volte molto tempo.

Al di là dei mercati italiano ed europeo dove intravedete le maggiori possibilità di crescita?
Il potenziale ancora inespresso di alcuni mercati emergenti è ancora enorme, e in questi mercati abbiamo un grande potenziale di crescita. La stessa Cina, nonostante un calo del Prodotto interno lordo che a oggi non pare però preoccupante, ha le carte in regola per svilupparsi ulteriormente. Le prospettive di Tebis sono molto interessanti anche in nazioni come il Giappone e il Messico, che sono in ascesa ma che ancora non abbiamo presidiato a dovere. Inoltre, l’Europa ha dinanzi a sé scenari molto più incoraggianti di quanto non fossero solo due anni fa. L’Italia, la Spagna, il Portogallo hanno avuto risultati superiori alle aspettative. Per Tebis, che deve alla Germania il 60% del suo volume d’affari, crescere in Europa e negli Usa è una priorità e su questo stiamo investendo.

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