Brexit contro Brexit

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brexit-abstractIl Prosecco è un vino bianco a Denominazione di Origine Controllata, prodotto in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia; divenuto noto negli anni Novanta come Prosecco IGT, ha conseguito nel 2009 la sigla DOC, incrementando la qualità.

La Gran Bretagna è diventata nel 2016 il primo mercato mondiale di sbocco dello spumante italiano, che ha registrato un aumento record del 38% nel primo trimestre, consentendo il sorpasso sugli Stati Uniti. Ebbene, la Brexit potrebbe sconvolgere le tavole inglesi, che amano gli spumanti made in Italy, a causa della svalutazione della sterlina. Il consumatore britannico che ha bocciato l’Europa non potrà brindare al suo successo con il nostro Prosecco, o comunque gli costerà di più. Peggio per lui! Non so se la Coldiretti è preoccupata.

Per quanto riguarda la meccanica strumentale, comprendendo in questa categoria il settore delle macchine utensili, della carpenteria metallica, dei mezzi di trasporto e componentistica, ci troviamo di fronte a un aggregato che ha generato export verso il Regno Unito per un valore di 212 milioni di euro nel 2015. Eppure le imprese italiane del settore metalmeccanico non sembrano particolarmente preoccupate dal rischio di un’eventuale riduzione del fatturato britannico. Incoscienza? Per carità, no! Ci saranno ovviamente dei cambiamenti, ma i nostri imprenditori sono ormai abituati alle alternanze e sapranno adattare le loro macchine ai nuovi equilibri internazionali; ormai è risaputo che la flessibilità e l’adattamento ai mercati sono la nostra forza, grazie alla forza di Industria 4.0. Ed ecco i due aspetti della nostra politica industriale revisionati dalla Brexit: lato brillante, qualità, personalizzazione e competitività; lato oscuro: shock da incertezza dovuto alla Brexit stessa come fattore di freno agli investimenti.

Per fortuna la nostra immagine della produzione industriale sta cambiando; la produzione secondo il bisogno e le capacità finanziarie dei clienti sono oggi la parola chiave per affrontare qualsiasi situazione. Le conseguenti elevate performance richieste ai sistemi di automazione nel contesto della Fabbrica digitale non solo comportano una stretta collaborazione tra gli utilizzatori e i costruttori di macchine, ma anche una società con ampie possibilità a tutti i livelli e con il necessario potenziale innovativo. Il mercato inglese, che è abituato ad appezzare i sistemi di produzione italiani, troverà un buon compromesso per interfacciarsi con i suoi fornitori di fiducia. Ma sì, ci sarà ancora spazio per brindare con spumanti italiani alla salute della reciproca competitività fra clienti e fornitori.

Eventi come la Brexit generano maturazione, che richiede un sostegno tecnologico atto a soddisfare obiettivi d’interesse generale, da individuare e perseguire con adeguati strumenti; per esempio quello della ricerca. Stranamente, nell’epoca della quarta rivoluzione industriale e della ricerca a tutto campo, spuntano streghe e interventi diabolici dappertutto. E allora dov’è il progresso? Nel maneggiare, straparlare, dire cose a vanvera, dare i numeri? Niente di tutto questo. La paura della Brexit deriva, come alla vigilia di ogni importante cambiamento, dal dover riprovare per l’ennesima volta le parti, il ruolo che le risorse umane e tecnologiche dovranno assumere in piena coscienza dei propri mezzi e dei propri inevitabili limiti. Sì, bisogna cambiare, ma non a vanvera, bensì con razionalità e con un minimo di ottimismo.

di Enzo Guaglione

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