Cambiamenti continui

Condividi

Sembra che la codifica di un messaggio possa risalire al tempo degli Incas; sono state trovate delle cordicelle dove si infilavano perline e conchigliette di diversi colori con un significato, che oggi diremmo bit di informazione; l’insieme delle cordicelle, a loro volta, diventava un ventaglio, una specie di pallottoliere mobile, era cioè un messaggio; era il sistema informativo degli Incas, che affidavano a un corriere muto. Ecco, questo potrebbe essere un po’ l’invenzione dell’intelligenza artificiale, resa possibile dall’intelligenza dell’uomo. Va bene! Abbiamo stabilito che robot e intelligenza artificiale possono battere i campioni del mondo di scacchi, ma questa è un’evoluzione che turba e rende più difficile capire il nostro futuro.

Le prime evoluzioni tecnologiche hanno distrutto vecchi mestieri, però li hanno anche sostituiti; ora, a differenza del passato, li sostituiscono molto meno. E se non li sostituiranno più? Sarebbe una vera e propria rivoluzione sociale, potremmo arrivare a una sorta di fase di transizione, come quella dell’acqua che riscaldata aumenta la temperatura fino a 100 °C – quindi crea lavoro – ma poi si trasforma in vapore e i lavori volano via. Questo fenomeno genera un grande interrogativo per il futuro.

Passato, presente e futuro: sono questi gli elementi che garantiscono lo scorrere del tempo, la tradizione, l’evoluzione, la rivoluzione; e sono questi i termini all’interno dei quali l’esperienza si muove, mostrando un legame sempre più stretto tra un passato che se ne va e un futuro che diventa presente. Stiamo vivendo un passaggio cruciale, grazie alla rivoluzione telematica, che ha prodotto drastici cambiamenti e che in pochi decenni ha sconvolto il mondo dell’informazione. Ecco che l’evoluzione diventa una rivoluzione, la quale alimenta omaggi, rinvii, ottimismi, preoccupazioni, nostalgiche strizzatine d’occhio al passato, ricerca di novità per stupire e agganci per muoversi verso frontiere inesplorate all’insegna della fabbrica digitale, che i giovani devono osservare per ammirarla, ammirarla per imparare a sviluppare ciò che in loro è preformato, nella prospettiva di possibili mestieri. Gli sbocchi sono tanti, non tutti egualmente maturi: Internet delle cose, Big data per l’estrazione del valore al fine di varcare la porta di fabbriche e uffici, sensori che riducono la dispersione energetica, mentre wearable e stampa 3D sono promettenti, anche se ancora acerbi su larga scala. La maturazione tuttavia, quando si parla di digitale, può avvenire in tempi rapidi, quindi è meglio anticipare il cambiamento prima di esserne travolti. Così l’innovazione-rivoluzione sarà sobria, responsabile e si preoccuperà di chi nella fabbrica digitale non ci lavora ancora, nel contesto di un progresso tecnologico più a misura d’uomo e meno indisciplinato. Un progresso fatto di macchine, magari con sistemi grafici interattivi abbastanza – come dire – sempliciotti, tali da consentire la programmazione a tutti attraverso simboli figurati, sullo stile degli Incas. Occorre una sorta di trasgressione all’evoluzione travolgente dell’informatica distribuita, da inventare di volta in volta, talvolta all’interno di un centro di lavoro, manovrando con fantasia la tastiera del PC; insomma, desideri meccanici appagati con marchingegni digitali. Ma per fare questo occorrono risorse umane preparate su tecnologie d’avanguardia, motivate, curiose e appassionate di meccanica, giovani ai quali presentare contenuto, valore e opportunità delle nuove macchine utensili. Solo una svolta culturale nell’alternanza scuola-lavoro potrà creare nuovi mestieri. E Dio sa quanto ce n’è bisogno.

di Enzo Guaglione

Articoli correlati

metallo

Stampa 3D rapida con metallo liquido

I ricercatori del MIT hanno sviluppato una tecnica di produzione additiva in grado di stampare rapidamente con metallo liquido, realizzando

un servizio stampa 3d potenziato

Un servizio stampa 3D potenziato

igus potenzia il servizio di stampa 3D: oggi è possibile calcolare online la durata d’esercizio dei singoli materiali Conoscere in