Prosegue il trend negativo per l’indice degli ordini delle importazioni di macchine utensili. Nel quarto trimestre 2016, infatti, secondo la rilevazione congiunta di Ucimu e Ascomut, gli ordini raccolti dagli importatori hanno registrato un calo del 2,6% in termini costanti, rispetto allo stesso periodo del 2015. Il valore dell’indice degli ordini, la cui base è 2010=100, è stato quindi di 142,2.
In ragione d’anno la raccolta ordini è cresciuta del 6,6% rispetto al 2015. Tale risultato conferma la dinamicità del mercato interno; si tratta, infatti, di un valore in linea con le indicazioni fornite dall’indice degli ordini interni raccolti dai costruttori italiani di macchine utensili, cresciuto, anch’esso, nel 2016, del 7,4% rispetto all’anno precedente.
Le previsioni della domanda per i prossimi tre mesi, rispetto al trimestre appena concluso, sono per il 60% dei rispondenti di stabilità, e per il restante 40% di aumento.
Le variazioni dei prezzi oscillano tra lo 0% e il +10%, per una media complessiva del +2,3%.
Le giacenze di macchine a magazzino a fine del periodo di rilevazione sono per il 40% dei rispondenti stabili, segue aumento con il 30%, nessuna giacenza con il 20% e diminuzione con il 10%.
Nel frattempo si è svolta in Francia a fine febbraio la riunione dell’executive board di Celimo, la federazione europea degli importatori di macchine utensili, utensileria e tecnologia. In questo contesto, è stato fatto il punto sulla situazione economica degli stati membri. Si è parlato di dati macoeconomici e settoriali. Relativamente ai primi, l’Italia evidenzia un Pil dello 0,9% sia nel 2016 che nella previsione 2017, un tasso di inflazione dello 0,5% a dicembre 2016 ed un 12% di tasso di disoccupazione alla stessa data. I dati settoriali, invece, stimano un 12,2% di crescita nel 2016 per il mercato delle macchine con una previsione del 7,3% nel 2017. Il settore dell’utensileria dovrebbe attestarsi sul +2% nel 2016 e +4% nel 2017.
