Comunicazione aziendale efficace per l’industria

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comunicazione aziendale per l'industria

Il contesto economico attuale è complesso. In molti settori, tra cui quello industriale, il mercato è in eccesso di offerta; ciò si traduce in una moltitudine di imprese che producono prodotti o servizi di qualità e prezzo simile. Quale può essere una possibile strategia per competere in un contesto così complesso? Sicuramente riuscire a comunicare il proprio prodotto, il proprio servizio, la propria storia e realtà è un buon punto di partenza.

Comunicare l’industria

Comunicare deriva da latino ed etimologicamente significa “rendere comune” quindi “far sapere”. Quando si parla di industria tuttavia la questione è più delicata; gli argomenti sono spesso complessi e il linguaggio tecnico non è sempre comprensibile a tutti.

L’ideale sarebbe riuscire a fare storytelling per riuscire a raccontare e a raccontarsi in modo efficace; da qui la necessità di capire quali sono gli strumenti per una comunicazione aziendale efficace.

La nostra indagine “voce del verbo comunicare”

Proprio per l’interesse suscitato dalle precedenti questioni l’Accademia Tecniche Nuove e la Redazione di Subfornitura News hanno preparato un questionario online e lo hanno proposto ad un vasto campione di aziende. La finalità è individuare quali sono gli strumenti più efficaci e le modalità più coinvolgenti per comunicare con il proprio mercato di riferimento.

corporate communication per l'industria Il risultato è uno spaccato di quali sono media e strategie più utilizzate dalle aziende manifatturiere per comunicare con i propri pubblici. Ma il lavoro non si è concluso con l’analisi; abbiamo cercato di capire quali azioni concrete sono poste in essere dalle imprese per divulgare la propria immagine tramite azione di pubblicità e di marketing.

Bene la produzione ma il resto?

Il panorama aziendale italiano si caratterizza per una moltitudine di piccole imprese; il 56% PMI, 26% a conduzione familiare, 15% impresa con più di 250 dipendenti solo il restante 3% di dimensioni maggiori. Non molto incoraggiante è che solo il 15% delle aziende dichiara di investire in attività di promozione.

E’ indubbio che per il settore industriale la produzione è il focus ma la presentazione del prodotto è una parte imprescindibile del marketing. Molte sono le aziende che investono continuamente in ammodernamento del parco macchine e formazione del personale; questi investimenti vanno a sommarsi alla tradizione manifatturiera ben consolidata rendendo eccellente il reparto produzione. Troppo spesso però in queste realtà la comunicazione esterna riveste ancora un ruolo limitato e non finalizzato alla vendita del prodotto/servizio.

Chi si occupa della comunicazione aziendale?

Delle aziende che hanno dichiarato di investire nella comunicazione aziendale ci si è chiesti quale figura assolvesse questa funzione. Ciò che è emerso è che la comunicazione in più della metà dei casi viene svolta dall’ufficio commerciale, più raramente dall’ufficio marketing. In pochissimi casi è presente un ufficio stampa interno all’azienda e solo il 5% si avvale di consulenze esterne in materia.comunicare l'industria

Questo significa che in molti casi la comunicazione aziendale è vista come un’attività alla quale si dedica il rempo residuale; trovare un compromesso tra le dimensioni aziendali medio-piccole, con le conseguenti risorse limitate e un comunicazione efficace non è semplice. Tuttavia è bene ricordare che un conto è comunicare esprimendo un concetto con la finalità che venga recepito dal pubblico; un’altra cosa è comunicare affinchè il messaggio svolga un ben preciso effetto sul pubblico target.

Media mix delle aziende italiane

Nell’ottica di una strategia di coporate communication punto cruciale è la scelta dei canali tramite cui comunicare. Partendo dall’analisi dei nostri dati quasi tutti hanno dichiarato di avere un sito web, quasi il 60% partecipa a fiere di settore e poco più del 40% ricorre alla stampa specializzata.

Concentrandosi un attimo su quello che sembra essere il media principe della comunicazione aziendale, ovvero il sito web, molti lo utilizzano come una sotra di brochure corporate sulla quale spiegare la propria storia, la mission prodotti e contatti dell’impresa. Sono ancora pochi coloro i quali riescono a sfruttare le vere potenzialità della comunicazione digitale: interazione, partecipazione, networking e scambio multicanale.

Avere un sito web è sicuramente un passo necessario nell’era dell’IoT, ma quanti investono regolarmente per migliorarlo? Chi controlla il posizionamento sui motori di ricerca e applica strategie per migliorare la SEO? Quanti hanno inserito un blog aziendale per generare curiosità e aumentare la notorietà del brand? Il sito web è collegato con i profili social dell’azienda?

Sono tutte domande, spesso banali, che ancor più spesso vengono purtroppo trascurate per mancanza di tempo o di risorse.

I social network nel media mix

Social network è sinonimo di condivisione; il potenziale della condivisione applicato al business è enorme, è possibile infatti generare visite al sito e brand awareness con pochi semplici clic se si riesce a interpretare efficacemente il proprio pubblico, come è strutturato all’interno del network e quali sono le sue necessità.

Ad oggi solo il 23% delle imprese manifatturiere dichiara di non avere nessun profilo social; per il resto i più utilizzati risultano essere LinkedIn e Facebook. Il primo è premiato per la professionalità delle relazioni che più facilmente contribuiscono a generare contatti interessanti dal punto di vista economico; il secondo invece,  il più usato per pubblicità e promozioni finalizzate alla vendita (merito anche dell’efficace e semplice funzione Facebook For Business). I social quali Twitter, Google+, YouTube e gli altri si attestao intorno al 20%.

Anche qui quello che sembra mancare è un approccio integrato all’uso di tali strumenti all’interno della strategia di comunicazione dell’azienda. Capita che i profili non siano collegati al sito web o vi facciano scarsi riferimenti, o ancora che si miri a costruire una rete di follower perdendo di vista l’obiettivo finale che dovrebbe essere accrescere il fatturato.

 

continua a leggere a pag. 36 di Subfornitura News – aprile 2017

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