Lubrorefrigerazione: si può vincere in due?

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Nella lavorazione meccanica, la lubrorefrigerazione è un tema “caldo“, oggetto di molti studi per valutarne i molteplici impatti.

Uno degli aspetti investigati riguarda l’applicazione della concezione win-win al fluido da taglio. Cosa si intende per win-win? Si indica una situazione caratterizzata da soli vincitori, cioè, declinando il termine nella realtà manifatturiera, quando si hanno vantaggi condivisi, soddisfacendo gli interessi di tutti. Allora, riportandosi al tema caldo della lubrorefrigerazione e traducendo nel linguaggio quotidiano, si può vincere in due? La risposta è sì! Con una gestione corretta, è possibile individuare almeno tre “vincitori” diretti: l’utilizzatore, l’ambiente e il fornitore.

 

Dalla parte dell’Industria 4.0

Uno dei paradigmi dell’Industria 4.0 è la flessibilità, che parte da un approccio mentale aperto, supportato da sistemi in grado di seguire l’evolversi delle esigenze in maniera performante. Una criticità riguarda la gestione della lavorazione di materiali diversi, con un parco di macchine utensili diversificate e pressioni di lavoro variabili.

Usare lo stesso fluido da taglio nella lavorazione di materiali diversi può creare modifiche estetiche delle superfici, con macchie ed imperfezioni che vanno ad inficiare la qualità del manufatto: adottare una gestione di volumi ridotti di fluido permette un cambio programmato del prodotto sulla specifica macchina, garantendo un ulteriore miglioramento delle prestazioni di lavoro. Va anche sottolineato che oggi esistono sistemi evoluti, ampiamente collaudati, in grado di gestire il lubrorefrigerante in maniera ottimale, che, assicurando la pulizia del liquido nel tempo, ne permettono il riutilizzo, con ovvi risparmi economici.

Flessibilità e impianti centralizzati

L’azienda manifatturiera moderna, al passo con le richieste del mercato, deve necessariamente essere flessibile. Allora nasce una domanda: un impianto di lubrorefrigerazione centralizzato, che serve più macchine utensili, è ancora la soluzione vincente?

In effetti, il mito dell’impianto centralizzato come soluzione ottimale deve essere ampiamente ridimensionato. Infatti, in un simile impianto, i volumi di fluido da taglio in gioco sono molto elevati, nell’ordine di 6÷10mila litri, con conseguenti vasche di grandi dimensioni, ed è impossibile garantire la pulizia: si può arrivare ad avere una dispersione dello “sporco” nel grande volume, che risulta diluito ma non tolto. Come conseguenza, il prodotto presenta instabilità che richiede una correzione chimica a cui può seguire il problema degli allergeni o della proliferazione batterica. L’investimento è inoltre importante, sia per il puro costo dell’impianto che della quantità di lubrorefrigerazione in gioco, che della gestione (pulizia periodica con fermi, smaltimento dell’esausto…).
Ora, i tempi mutano e si aprono nuovi scenari che possono richiedere un cambio di mentalità, quindi: è ancora conveniente l’impianto centralizzato che serve macchine utensili diverse, che possono lavorare materiali che cambiano nel tempo, con pressioni diverse? Nel breve periodo forse sì, ma, secondo recenti analisi, in media dopo circa due anni di esercizio, il sistema entra in crisi e richiede interventi importanti. L’alternativa? Un impianto dedicato ad alta efficienza.

La soluzione dell’impianto dedicato

La centralizzazione di un impianto di lubrorefrigerazione richiede un investimento iniziale importante, cui vanno aggiunti i costi di gestione e il pesantissimo impatto ambientale. Dopo i benefici del primo anno di esercizio, iniziano ad evidenziarsi le prime piccole criticità, anche per le questioni legate all’impatto ambientale, con proliferazioni batteriche, acqua non più pulita, cattivi odori, allergie: il prodotto non può mantenersi stabile. Anche il mantenimento della giusta concentrazione, nel tempo, presenta delle criticità, in particolare a causa del differente ritorno che si ha dalle diverse macchine servite: la gestione del fluido da taglio diventa via via più complicata e risulta molto difficile mantenere una lubrorefrigerazione efficace ed efficiente, in grado di garantire il livello prestazionale desiderato.

L’alternativa che sembra meglio rispondere ai requisiti richiesti all’attività manifatturiera che punta su efficienza e flessibilità, è quella dell’impianto dedicato: un sistema di gestione del fluido per ogni macchina. Questo significa mettere in circolo volumi contenuti di lubrorefrigerante, che può essere personalizzato in funzione della specifica esigenza, ottimizzando quindi le prestazioni. La gestione di tutto il sistema di lubrorefrigerazione diventa molto più semplice, dalla pulizia, ai rabbocchi, al mantenimento della giusta concentrazione, con consumi di olio emulsivo che possono tranquillamente essere sotto 1%. Questo significa avere un prodotto che si mantiene stabile nel tempo, con una riduzione dei costi e un sensibile miglioramento dell’efficienza.

Inomma: la lubrorefrigerazione può soddisfare la concezione win-win? La risposta è certamente affermativa, con un impianto e una gestione corretti. Il primo “vincitore” è senza dubbio l’utilizzatore, cioè l’azienda manifatturiera, che grazie ad impianti dedicati, di semplice gestione e a ridotto consumo di olio, si garantisce flessibilità ed efficienza; il secondo “vincitore” è l’ambiente, perché non si ha di fatto smaltimento di fluidi esausti, dato che, in un impianto piccolo, si ha un consumo naturale pressoché totale; ma anche il fornitore di lubrorefrigerante è un vincitore, anche se in maniera un po’ particolare: il fornitore può offrire un prodotto più performante, anche se più costoso, perche, non essendoci consumi elevati e/o sprechi, la battaglia sui costi può diventare meno serrata.

Potrebbero essere citati molti altri co-vincitori, quali l’addetto o la macchina utensile, ma nel caso di azienda, ambiente e fornitore, la “vincita” è quantificabile economicamente in maniera diretta, senza considerare le ricadute successive.

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