Carpenteria industriale di Maggioni Cesare & Figli

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Lavorazione lamiera di Maggioni Cesare & Figli

Maggioni Cesare & Figli viene fondata dall’omonimo titolare nei primi anni ’50 a Erba (CO). Fin dall’inizio la storia dell’azienda è legata al settore cementizio, in particolare alla cementeria di Cassago, per la quale realizza i serramenti. Col passare del tempo l’azienda si è spostata sulla produzione di particolari e strutture complementari per gli impianti utilizzati nelle cave e nello stabilimento dell’azienda cementizia.

Al giorno d’oggi, Maggiorni Cesare & Figli ha saputo trovare nuovi sbocchi alla sua attività tra cui il trattamento dell’aria e l’edilizia industriale.

Ogni mese in media l’azienda lavora circa 30 tonnellate di lamiere con spessori compresi tra i 3 e i 25 mm; i materiali più utilizzati sono acciaio da costruzione, acciaio antiusura ed inox. Il tutto certificato in base alle normative ISO 9001:2008, ISO 3834-2:2005 ed EN 1090:2009.

La parola a Carlo Maggioni, titolare della Maggioni Cesare & Figli

Per conoscere meglio la Maggioni Cesare & Figli abbiamo intervistato Carlo Maggioni, figlio dello storico fondatore ed attuale titolare dell’impresa.

Sig. Carlo Maggioni, può farci qualche esempio di manufatti che più di frequente fabbricate?

Utilizzando lamiere prevalentemente in acciaio da costruzione, ma pure in acciaio antiusura o inox, con spessori da 3 a 25 mm, eseguiamo una nutrita serie di lavori di carpenteria, di solito caratterizzati da un’elevata complessità: dai filtri a maniche per la depolverizzazione e depurazione dell’aria ai ventilatori, dai camini industriali agli elevatori a tazze, dalle vasche di recupero olio ai cicloni, dai trasportatori a catena ai silos, dalle tettoie e capannoni alle scale a gradini o alla marinara, dai cancelli e recinzioni ai soppalchi, e poi tubazioni di varie sezioni, curve a settori, innesti ecc. ecc.

Nel nuovo corso intrapreso quali vantaggi vi ha portato il laser a fibra?

I vantaggi sono molteplici, ma fra i più evidenti sottolineerei il consumo energetico estremamente ridotto, la velocità di esecuzione e la precisione di taglio, così elevata da non richiedere più, come succedeva col taglio plasma, successive operazioni di molatura. Con il laser è l’intero sviluppo del lavoro a cambiare, semplificandosi, visto che la tracciatura e la marcatura ora possono essere eseguite dal laser stesso e non più dall’operatore, manualmente.

A quali altri macchinari il laser a fibra si è affiancato?

A un impianto combinato ossitaglio-plasma a CN con un campo di lavoro da 2.500 x 8.000, a tre punzonatrici, due meccaniche e una a controllo numerico, a due calandre, di cui una a 4 rulli per spessori fino a 8 mm e l’altra a 3 rulli per spessori massimi di 20 mm, a una coppia di pressopiegatrici, la prima da 4 metri con potenza di 325 tonnellate, la seconda da 3 metri con potenza di 135 tonnellate, a una curvaprofilati, a due cesoie a ghigliottina per spessori massimi, rispettivamente, di 8 mm e 20 mm, a una pressa per stampaggio e a quattordici saldatrici, a filo, a elettrodo e a TIG.

continua a leggere a pag. 14 di Subfornitura News – Novembre 2017

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