92° Rapporto Sanpaolo-Prometeia: Italia alla prova della ripresa

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L’economia italiana ha finalmente intrapreso un sentiero di crescita con ritmi più vivaci, con l’industria manifatturiera ancora una volta protagonista. Le esportazioni hanno registrato buoni tassi di crescita nella prima parte dell’anno, a fronte di uno scenario internazionale che, oltre al costante sostegno della politica monetaria europea, ha beneficiato di una migliore evoluzione della domanda da parte dei paesi emergenti.

Sul fronte interno, seppure con un andamento in parte deludente ad avvio d’anno, il ciclo degli investimenti appare in rafforzamento, grazie anche alla presenza degli incentivi connessi all’Industria 4.0, la grande scommessa delle imprese manifatturiere verso la digitalizzazione dei processi e delle funzioni. Rimangono, tuttavia, elementi di debolezza strutturale e sacche di difficoltà, che si manifestano in andamenti fortemente diversi in funzione non soltanto dei territori e dei settori, ma anche dello specifico posizionamento competitivo delle imprese. Le attese di un prossimo biennio caratterizzato da condizioni monetarie e valutarie meno favorevoli rendono ancora più cruciale affrontare questi nodi, per rafforzare sia l’industria manifatturiera sia, con essa, l’intera economia italiana. Di tutto questo si è parlato a Milano, lo scorso 26 ottobre, in occasione della presentazione dell’ultimo Rapporto Intesa Sanpaolo-Prometeia, il 92° della serie.

Il manufatturiero continua ad essere trainante: in particolare – è emerso dall’analisi e discussione dei dati – dopo un lungo periodo di false partenze e incertezze, l’industria manifatturiera italiana accelera la crescita. Nel 2017 il fatturato deflazionato aumenterà del 2,3%, più di quanto previsto a inizio anno, per poi confermarsi in espansione intorno al +2% nel prossimo biennio. Il settore della meccanica, principale fornitore dei beni necessari al rinnovamento in ottica 4.0, sarà protagonista del rafforzamento del manifatturiero, con tassi di sviluppo vicini al 3% nel 2017-19. Nel detto triennio la redditività si confermerà sui livelli raggiunti lo scorso anno: l’analisi dei bilanci aggiornati al 2016 ha fatto emergere un nuovo ulteriore miglioramento dei dati medi, con il ROI salito sopra l’8%, solo di poco inferiore a quello del 2007.

Il recupero di redditività ha beneficiato anche del ritorno in equilibrio finanziario di parte delle imprese in crisi: l’analisi condotta evidenzia come il miglioramento possa essere stato determinato, oltre che dal ciclo settoriale, dal loro migliore posizionamento strategico-competitivo (maggiore propensione all’innovazione e alla qualità, approccio evoluto ai mercati esteri). Le indicazioni congiunturali, insomma, confermano la robustezza della ripresa del manifatturiero italiano, con segnali di consolidamento della crescita che, nel corso dell’anno, si sono fatti sempre più evidenti e pervasivi. A consuntivo 2017, il fatturato deflazionato aumenterà del 2,3%, un risultato superiore alle attese formulate ad inizio anno, grazie a una spinta del mercato interno (consumi e investimenti) maggiore del previsto. In uno scenario internazionale che, al netto dei rischi, si manterrà in moderata crescita, il manifatturiero italiano continuerà il percorso di recupero, con tassi intorno al 2%. Determinanti in tal senso si dimostreranno, il ritorno in positivo del canale estero e il proseguimento sul fronte interno del ciclo degli investimenti, necessari per rinnovare e rafforzare i vantaggi competitivi delle imprese italiane.

La redditività sta piano piano ritornando ai livelli pre-crisi: questa fase di rinnovamento del tessuto produttivo manifatturiero sarà facilitata, oltre che da un quadro di domanda favorevole, dal permanere di buone condizioni finanziarie. L’analisi, descrittiva ed econometrica, condotta su un ampio campione di circa 51.000 imprese manifatturiere che hanno operato in via continuativa tra il 2012 (momento ancora critico per la manifattura nazionale) e il 2015, evidenzia come il recupero dell’equilibrio economico-finanziario possa essere dipeso, oltre che dal ciclo settoriale, da fattori immateriali quali una maggiore propensione all’innovazione e alla qualità e un approccio “evoluto” ai mercati esteri, anche attraverso la presenza di proprie partecipate. I soggetti – circa il 10% del campione – che, tra il 2012 e il 2015, sono usciti dall’area di criticità (misurata in termini di probabilità di default), mostrano, inoltre, un profilo del fatturato più dinamico già nella fase antecedente il processo di ripresa rispetto a coloro che, invece, sono rimasti nell’area critica (o ne sono nel frattempo entrati).

La buona dinamica di crescita del fatturato manifatturiero osservata nel 2017 e i ritmi di sviluppo attesi nel 2018-19, sono pertanto forieri di un’accelerazione del processo di recupero di equilibrio finanziario delle realtà produttive italiane ancora in difficoltà. Nel triennio 2017-19, la meccanica tornerà a essere protagonista del panorama manifatturiero italiano, fornendo un contributo significativo alla crescita dei volumi produttivi, grazie al mantenimento di buoni ritmi di crescita delle esportazioni e, soprattutto, alle attese positive sul mercato interno, in particolare per le componenti più innovative. Più in generale proseguirà anche nei prossimi anni la ricomposizione del manifatturiero italiano verso i comparti a maggiore contenuto tecnologico.

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