Tecnologia di levitazione magnetica made in Italy

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Effettuato con successo il primo live test di un prototipo in scala reale di Ironlev: la tecnologia per la levitazione magnetica dei treni, interamente made in Italy, in grado di rivoluzionare il trasporto su rotaia, abbattendone i costi e l’impatto ambientale. A differenza delle soluzioni già diffuse nel mondo, il sistema è applicabile sui treni di nuova generazione, ridisegnandone la parte inferiore con pattini Ironlev a sostituzione delle ruote, per essere utilizzati sui tracciati ferroviari in acciaio già esistenti, senza l’impiego di energia elettrica in fase di levitazione.

È made in Italy la tecnologia in grado di rivoluzionare il trasporto su rotaia

Il test è stato effettuato su circa 25 metri di binari, sui quali è stato messo in movimento con una leggera spinta manuale un carrello dotato di tecnologia Ironlev. Per raggiungere un peso complessivo di 5 t, la struttura levitante ha trasportato sui binari un’automobile Tesla.

Ironlev è il risultato della joint venture tra due realtà italiane: Girotto Brevetti di Treviso, impegnata nel settore ricerca e sviluppo in ambito meccatronico, che ha inventato e brevettato la tecnologia, e Ales Tech, startup pisana che, forte della sua attività all’interno dell’ecosistema Hyperloop di Elon Musk, si occupa dell’implementazione di Ironlev.

Come funziona

La tecnologia sfrutta le proprietà fisiche della materia, in particolare il fenomeno della permeabilità magnetica, ovvero la tendenza di ciascun materiale a generare un campo magnetico in maniera autonoma.

Rispetto alle costose tecnologie di levitazione già applicate in diverse aree del mondo, Ironlev non utilizza magneti superconduttori o elettromagneti alimentati, bensì potenti magneti applicati a un pattino (il sostituto della ruota sui vagoni), che interagiscono con i materiali del binario, generando così movimento senza contatto tra struttura e infrastruttura. I magneti montati sul pattino sviluppano una forza attrattiva sulla rotaia e sfruttano i campi generati autonomamente dall’interazione per ottenere movimento, fluido e silenzioso. Il sistema si autostabilizza per il raggiungimento dell’equilibrio magnetico.

Applicando il pattino sui treni di nuova generazione, senza quindi costruire nuovi vagoni, è possibile utilizzare e valorizzare gli oltre 1,5 milioni di Km di tracciati ferroviari esistenti nel mondo. Un forte impatto non solo sul risparmio dei costi di produzione e manutenzione, ma anche sul consumo energetico e sui danni ambientali: grazie alle caratteristiche della tecnologia, non occorre alimentare elettricamente la rete o i magneti, non vengono impiegati carburanti e non si crea attrito sui binari. Con la levitazione magnetica passiva è possibile spostare un vagone di 10 t con la stessa forza necessaria a sollevare un peso di 10 Kg. L’unica energia impiegata è quella per mettere in movimento il veicolo, che potrà raggiungere velocità superiori a quella del suono a seconda del tracciato e del grado di sviluppo della tecnologia. Su scala urbana, il sistema è applicabile anche a metropolitane e tram.

La spinta e la frenata con recupero di energia – spiega Adriano Girotto di Girotto Brevettipossono essere impresse al veicolo in diversi modi, a seconda del tipo di applicazione e dalla velocità che si vuole raggiungere. I motori di spinta e frenata possono essere applicati sia sul veicolo che sulle rotaie. In veicoli a bassa velocità si potrà ottenere spinta e frenata tramite delle ruote di contatto laterali motorizzate, che non aumentano l’attrito del carico, oppure tramite i già diffusi sistemi a fune. Nei treni ad alta velocità, invece, verranno utilizzati dei motori lineari senza contatto“.

Una risposta

  1. Tempo fa ho studiato e progettato un sistema PRT a levitazione e trasmissione magnetica e mi sono scontrato con la problematica delle derivazioni (scambi) risolvendo con modifiche e adattamenti del sistema per renderle realizzabili.
    Nella presentazione della nuova tecnologia, applicata alla rete ferroviaria esistente, non capisco come possa funzionare in tali zone: è prevista una parte del pattino (bande laterali) mobile? Deve abbassarsi/alzarsi la rotaia? E’ previsto un nuovo sistema di scambio che consenta il passaggio di entrambe le parti laterali del pattino? Trattandosi di notevole massa il problema sicurezza dovrebbe comportare interventi piuttosto onerosi sulle infrastrutture.
    Sicuramente interessante la soluzione della levitazione indipendente dal sistema di avanzamento

I commenti sono chiusi.

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