Pmi, lo stato dell’arte del welfare

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Nella seconda edizione del rapporto Welfare Index Pmi una fotografia dello stato del welfare nell’imprenditoria italiana

Qual è il livello di benessere nelle nostre piccole e medie imprese? C’è una vera attenzione verso le categorie deboli e i lavoratori svantaggiati? Come funzionano previdenza e sanità integrativa, formazione, sostegno ai familiari, sicurezza, polizze assicurative, assistenza, pari opportunità e conciliazione vita lavoro? Proprio per rispondere a queste, e a molte altre domande, è stata recentemente pubblicata la seconda edizione del Welfare Index Pmi, il rapporto annuale sullo stato del welfare nelle piccole e medie imprese.

La ricerca 2017 è stata condotta su un campione di ben 3.422 imprese, il 60% in più rispetto allo scorso anno (2.140 imprese nel 2016). La buona notizia è che le Pmi si dimostrano sempre più attente al benessere dei dipendenti. Il rapporto ha evidenziato che le protagoniste della crescita sono state soprattutto le imprese già attive, cioè quelle che avevano avviato piani di welfare aziendale anche negli anni precedenti. In particolare, le imprese molto attive, che attuano iniziative in almeno sei aree, sono quasi raddoppiate: 18,3% del totale rispetto al 9,8% del 2016. Come nella scorsa edizione, non c’è una differenza significativa a livello geografico: la diffusione territoriale delle iniziative non cambia tra Nord, Centro e Sud. Quello che invece differenzia molto il tasso di iniziative di welfare aziendale è la dimensione. Un’altra evidenza del rapporto è che i fattori chiave di successo sono la conoscenza degli strumenti e le alleanze tra imprese.

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