Servopresse: pro e contro delle presse elettriche

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servopresse, vantaggi e svantaggi delle presse elettriche

Dilemma servopresse, a ogni contesto la sua tecnologia specifica

Da qualche anno presenti sul mercato le servopresse sembrano proporsi quasi universalmente come sostitutive delle versioni più tradizionali. Ma è proprio così? Oppure si rende necessario un distinguo operativo? Ne abbiamo parlato con Lorenzo Galli, direttore marketing della IMV Presse, storica casa produttrice di macchine per la deformazione della lamiera.

Introdotte sul mercato ormai da qualche anno, le presse elettriche hanno trovato una sempre più diffusa applicazione nell’ambito della deformazione della lamiera. Supportate da azioni commerciali mirate, queste macchine, azionate da un servomotore anziché tramite un volano, una frizione e un freno standard, si caratterizzano per alcune peculiarità. Specifiche tecniche che, tuttavia, devono esser valutate oggettivamente in base alle singole esigenze, perché non sono da considerarsi universalmente sostitutive delle versioni più tradizionali. Come invece parrebbe percepire dalla loro promozione.

Il parere di Lorenzo Galli di IMV Presse sulle presse elettriche

Senza la pretesa di sviscerare in modo esaustivo l’argomento, ne abbiamo parlato con Lorenzo Galli, direttore marketing della IMV Presse, storico costruttore di macchine per la deformazione della lamiera, incluse le servopresse. L’obiettivo è quello di analizzare alcuni elementi per capire in che modo e quando sia possibile sfruttare al meglio questa tecnologia, in luogo delle versioni più tradizionali.

«In questi ultimi anni – spiega Gallil’enfasi mediatica data alla tecnologia azionata da servomotori è stata molto forte. Sembra quasi che tutto ciò che si è prodotto negli ultimi 100 anni, non sia più possibile oggi, se non con una servopressa. Una tipologia di macchina che presenta indubbiamente dei vantaggi e degli svantaggi. Ma di certo non dev’essere considerata una panacea universale a discapito delle presse eccentriche normali, piuttosto che delle presse idrauliche o, ancora, delle macchine rallentate con leverismi di vario genere».

In questo contesto ci sono infatti alcuni mercati esteri che riconoscono e recepiscono oggi le presse elettriche, anche per ragioni commerciali, come l’unica e insostituibile soluzione per produrre. «In Italia – osserva Gallil’approccio è fortunatamente stato ed è diverso, molto più pragmatico. In passato come oggi. Un approccio da parte dei costruttori, o parte di essi, più tecnico, per comprendere al meglio le necessità per poi proporre la soluzione più adeguata». Decisivo è infatti partire dalle necessità del cliente, capirne il mercato di riferimento, il settore applicativo, la tipologia di produzione e la famiglia di manufatti da realizzare con l’eventuale pressa da acquistare.

«Recepiti questi input – continua Galliè possibile effettuare un confronto mirato, stilare vantaggi e svantaggi delle presse disponibili, a tutto tondo, per arrivare alla scelta più coerente». Anche perché una servopressa ha un costo più elevato (dovuto principalmente alle parti elettriche ed elettroniche che gestiscono i servomotori) di una pressa tradizionale. Aspetto, questo, che potrebbe inizialmente essere un vantaggio per il costruttore, per poi magari rivelarsi deleterio per una fidelizzazione futura del cliente. «È tuttavia pur vero – sottolinea Galliche spesso è lo stesso cliente a sottovalutare alcune indicazioni e procedere convintamente con la propria scelta di voler acquisire una servopressa. Salvo poi ricredersi per non aver ponderato attentamente alcuni aspetti, trovandosi così a non poter sfruttare molte funzioni e a non riuscire a gestire in modo ottimizzato i propri processi. Quand’anche è indubbio di come, ancora oggi, molte applicazioni siano più vantaggiose non con una servopressa ma con una pressa tradizionale».

 

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