Macchine utensili: dati positivi ma c’è cautela tra gli operatori

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Molte luci e qualche ombra

Il mercato italiano della macchina utensile è certamente in buona salute. Il 2017 si è concluso con tutti i principali indicatori in terreno positivo: la produzione dell’industria locale è salita a 5.5 miliardi di euro, le importazioni a 1.4, le esportazioni a 3.2 e i consumi interni a 3.7. Una crescita netta e convincente che conferma le previsioni e apre buone prospettive sul nuovo anno.

Come di consueto, Ascomut ha realizzato presso le imprese associate l’indagine trimestrale sul comparto e le previsioni a breve. Ne sono emerse alcune indicazioni interessanti.

Innanzitutto, il primo trimestre dell’anno ha registrato un andamento in crescita rispetto al medesimo periodo del 2017 per il 71% dei rispondenti, a conferma di un trend oramai consolidato. Il 18% segnala un andamento stazionario, sugli stessi livelli di 12 mesi fa, mentre circa il 10% delle risposte evidenzia un decremento. Il settore sembra tuttavia convergere verso una fase di assestamento. L’ultimo semestre evidenzia segnali positivi per il 71% dei rispondenti. Tre mesi fa la tendenza del semestre precedente era stata indicato in crescita dall’80% delle risposte: migliora di molto la quota di chi segnala un andamento stabile. Era il 14% tre mesi fa è il 21% adesso. Resta molto bassa la percentuale di coloro che hanno riscontrato un semestre negativo: sono il 7% contro il 5,7% del trimestre scorso.

Sul fronte previsionale, sono stati registrati segnali di maggiore cautela. Tre mesi fa gli ottimisti erano il 65% adesso il 60%. La differenza percentuale si è spostata totalmente sulla previsione di un anno stabile rispetto al precedente. Il 2018 sarà sugli stessi livelli del 2017 per il 34% dei rispondenti (erano il 28,5% tre mesi fa). Decisamente marginale, oggi come nel trimestre scorso, la quota di coloro che prevedono un anno negativo che si conferma intorno al 5%.

Un mercato che sembra rallentare il proprio slancio, unito alle comprensibili preoccupazioni
per un quadro politico ed internazionale decisamente instabile, inducono a maggiore cautela circa la previsione relativa al prosieguo economico generale di breve periodo. Il trend in crescita, che solo tre mesi fa era ipotizzato dal 51% delle risposte, è indicato adesso dal 45%. Sale di poco il partito di chi ipotizza un quadro economico stabile (passa dal 45,7% al 47,3%) e cresce, pur rimanendo una percentuale molto minoritaria, la quota di chi “vede nero”: erano attorno al 3% tre mesi fa, e attualmente rappresentano circa l’8%.

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