World Steel Organization: Italia regina della siderurgia europea

Condividi

Edicola web

Sembra essersi aperto sotto auspici incoraggianti il 2018 della siderurgia italiana, il cui output è cresciuto a gennaio a tassi superiori alla media dell’Unione Europea e con margini più che soddisfacenti. Trova conferma, così, la tendenza positiva.

Partenza fulminante

I dati della World Steel Organization relativi alla produzione siderurgica dell’Unione europea a 28 Stati nel corso del febbraio del 2018 mostrano che gli indicatori dei principali paesi fornitori hanno un andamento quanto meno contraddittorio rispetto al febbraio del 2017. Alcune tendenze hanno trovato conferma; alcune nazioni chiave hanno invece assistito a un decremento delle attività. Nel complesso, con 13.354 milioni di tonnellate, la media Ue ha compiuto un passo indietro (-0,8%) rispetto allo scorso anno (13,456). E in questo contesto ha sofferto una flessione anche la Germania, i cui volumi complessivi sono scivolati da 3.451 milioni di tonnellate a 3.340 milioni, per un arretramento da 3,2 punti percentuali. Si è mossa solo di poco la siderurgia spagnola che ha messo a segno un progresso dello 0,4% (1,118 contro 1,113 milioni di tonnellate metriche) e di poco è avanzata anche quella transalpina. In Francia l’output è passato da 1.239 milioni a 1.251 milioni di tonnellate, con una variazione da un solo punto. Posto un simile panorama, l’Italia è stata l’autentica star d’inizio anno, capace di surclassare dal punto di vista produttivo tutti i principali rivali. La World Steel Organization le ha attribuito a gennaio un incremento del 5,3% delle consegne, passate da 1,917 a 2,018 milioni di tonnellate nei 12 mesi di riferimento. Il mese successivo lo slancio è andato in parte rarefacendosi ma la positività è rimasta. Sono stati realizzati 2.093 milioni di tonnellate di prodotto contro i poco più di due censiti nel febbraio del 2017, a significare una ascesa del 4,5%. Non solo: durante il suo intervento al 50esimo meeting del Club Faro, community internazionale focalizzata nell’analisi della performance delle materie prime, l’esperto trader Alessandro Fossati si è soffermato sull’incoraggiante andamento dei margini. Sia per gli stabilimenti italiani sia per gli impianti del vecchio continente in genere, il valore aggiunto tocca picchi del 35% che trovano ben pochi precedenti nella storia dell’industria.

 

Tag:

Articoli correlati