10 regole d’oro per investire in Arabia Saudita

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Crocevia tra Europa, Africa e Asia, dal Mar Rosso al Golfo Persico, il Regno Saudita sta vivendo un importante cambiamento endogeno che apporterà innovazione e modernità, in un business climate già forte dei vantaggi competitivi e degli incentivi statali.

1. Segui l’evoluzione del mercato

Le performance dei prezzi petroliferi hanno condizionato in maniera pesante l’andamento economico del paese che, a fine 2017, per la prima volta dopo quasi un decennio, ha dovuto riportare una contrazione – seppur lieve – del Pil (-0,5%), per il calo delle produzioni petrolifere, come da accordi in sede OPEC. Se sono diminuite le entrate erariali non è calata la spesa pubblica: le previsioni per il 2018, secondo le stime del FMI, sono positive, con una crescita del Pil di 1,6 punti, che potrebbe raggiungere il 2,2% nel 2019. Anche da un punto di vista finanziario, per ovviare alla mancanza di liquidità, il paese ha fatto ricorso al mercato dei capitali: nel 2015 sono state collocate obbligazioni (quelle tradizionali e quelle islamiche, le sukuk), con la raccolta di oltre 9 miliardi di USD – ad aprile 2017 – superando di gran lunga le aspettative. Inoltre, dal primo gennaio del 2018, per la prima volta nella storia economica del paese, è entrata in vigore l’applicazione dell’IVA, con aliquota al 5% per prodotti alimentari, vestiti, carburanti, elettronica, telefonia e utenze varie (quali acqua ed elettricità). Una parte del gettito fiscale sarà destinato alla crescita nazionale: secondo il FMI, l’imposizione dell’IVA potrebbe apportare introiti per un equivalente dall’1,5 al 3%, sebbene resti il dubbio di un effettivo ritorno, essendo impattati beni interni in un paese che opera per lo più con consumi esteri, in un bilanciamento tra un effetto positivo nel breve periodo – con un maggior gettito nelle casse statali – e una prospettiva negativa di lungo periodo, con il freno della spesa privata. Un’altra parte degli introiti confluirà in un fondo per il perseguimento di un progetto unico, per lo sviluppo di investimenti infrastrutturali in seno al Consiglio di Cooperazione del Golfo.

 

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