Sfide e opportunità per le PMI italiane

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sfide e opportunità per pmi italiane

Nel corso dell’assemblea di ASSOMET, Livio Romano, Economista del Centro Studi di Confindustria, ha analizzato la situazione delle PMI italiane e le sfide che devono affrontare nell’attuale contesto caratterizzato dal ricorso a misure protezionistiche e dalla digitalizzazione. Non solo problematiche ma anche opportunità…

Periodo difficile o stimolante?

Globalizzazione e ammodernamento tecnologico sono i concetti sui quali si è mosso il mondo industriale negli ultimi anni. Immaginare un’impresa che produce senza utilizzare macchinari a controllo numerico, tiene la contabilità sui libri mastro, archivia le commesse in faldoni polverosi e serve unicamente il mercato locale è un’idea quasi romantica, sicuramente nostalgica di azienda. Se i miglioramenti sono evidenti, è bene sottolineare che non è tutto oro ciò che luccica. Soprattutto nell’ultimo anno digitalizzazione e globalizzazione sono concetti che evocano più il senso di paura e di sfida: politiche protezionistiche, colossi industriali stranieri, disoccupazione tecnologica e molto altro: come può una piccola impresa italiana navigare in un mare così tempestoso? Per quanto siano alte le onde una rotta che conduca fuori dalla tempesta esiste sempre.

Quali sono le principali sfide per le PMI italiane?

Sul fronte macroeconomico ciò che preoccupa è principalmente la stagnazione del commercio. Stagnazione dovuta in primo luogo al calo della domanda estera che si delinea come un problema in particolare per le PMI italiane in quando l’export è stato uno dei cavalli di battaglia della ripresa. Secondo fattore che comporta un rallentamento negli scambi commericali è il ritorno alle politiche protezionistiche. Battagli a colpi di dazi e contro-dazi sicuramente non incoraggiano l’instaurarsi di relazioni economiche stabili tra Paesi o imprese. Per quanto concerne il nostro Paese la misura più temuta sono gli ipotetici dazi che l’amministrazione Trump minaccia sull’importazione di auto. Tale misura non colpirebbe direttamente la nostra grande industria ma una miriade di PMI che vedono nell’industria tedesca dell’auto il principale mercato di sbocco.

Sul fronte della rivoluzione digitale ciò che desta preoccupazione è la mancanza di figure ad alto profilo tecnico nelle PMI italiane. Se infatti si è rinnovato il parco macchine grazie agli investimenti concessi dal Piano Industria 4.0 ciò che occorre ora sono professionisti in grado di sfruttare appieno le opportunità che i nuovi macchinari permettono. La seconda preoccupazione derivante dalla rivoluzione 4.0 è l’eccessiva frammentazione e la scarsa condivisione del know how. Ciò che emerge dagli studi infatti è che in Italia sono presenti delle vere eccellenze ma troppo spesso si tratta di eccellenze isolate, che non creano delle vere sinergie produttive.

Quali opportunità per le PMI e come coglierle?

Sul fronte delle esportazioni il consiglio per le PMI è esportare e soprattutto esportare nei
Paesi in via di sviluppo che sono tradizionalmente poco penetrati dalle imprese italiane. Spesso si tratta di mercati lontani geograficamente e culturalmente ma il Sistema Paese mette a disposizione efficaci strumenti per raggiungerli. Per godere appieno dei vantaggi della digitalizzazione il principale consiglio è sfruttare gli incentivi sulla formazione per colmare il divario tra capacità produttive potenziali e reali.

Sempre valido inoltre il consiglio di creare sinergie tra imprese con il duplice scopo di competere meglio nei contesti nazionali e internazionali e condividere know how e dati realizzando così uno dei principali vantaggi della digitalizzazione: il “fare sistema“.

Per scoprire gli strumenti più utili alle imprese leggi l’articolo completo sul numero di Settembre 2018 di LAMIERA a partire da pagina 22.

 

 

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