Lavorazioni meccaniche di precisione sull’Appennino

PALMISANO

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meccaniche di precisione

Il semiasse è il cavallo di battaglia della Effegi Meccaniche di Precisione S.r.l. di Frassinoro (MO), costruito in svariati esemplari con lunghezze variabili da 200 a 2100 mm, pronti per essere montati su auto, furgoni, camion, mezzi agricoli e così via.

Il semiasse, detto anche semialbero, è un componente che fa parte della trasmissione, ovvero quell’insieme di meccanismi che, in un autoveicolo, permettono di trasmettere l’energia sviluppata dal motore alle ruote. In particolare, l’asse di trazione è diviso in due semiassi dal differenziale.

Qui il maestro nella produzione di semiassi è Giuseppe Marcolini, perito meccanico e cofondatore dell’azienda insieme a Fortunato Turrini.

Ed è con lui che cominciano la nostra chiacchierata, chiedendogli subito qualche informazione in più sul pezzo più gettonato dalla clientela.

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Da destra, Luca Marcolini e Roberto Turrini, amministratori delegati della Effegi Meccaniche di Precisione S.r.l., con i rispettivi genitori, fondatori dell’azienda, Giuseppe Marcolini e Fortunato Turrini.

In produzione il materiale leader è l’acciaio

«Che il semiasse sia il particolare più richiesto è fuori dubbio visto che la sua produzione assorbe quasi il 40% della nostra forza lavoro – attacca il signor Giuseppe – A seconda della loro dimensione i tempi di realizzazione vanno dai 10 ai 45 minuti. Nel costruirli l’ostacolo più ostico che si può incontrare sono le vibrazioni, che si manifestano allorché il materiale non sia di ottima qualità, perché magari non sottoposto ai trattamenti di normalizzazione e stabilizzazione, e in tali casi durante la lavorazione bisogna fare i cosiddetti salti mortali per mantenere le tolleranze richieste lungo tutto il semiasse, visto che le oscillazioni determinano scostamenti che dal decimo arrivano anche al millimetro.»

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Armando su centro di lavoro.

«Fino al 2008 operavano soprattutto per i settori macchine movimento terra e automotive – informano Luca Marcolini e Roberto Turrini, attuali amministratori delegati nonché figli dei fondatori, questi ultimi ancora al loro fianco in officina con il loro ampio bagaglio di esperienza -. Poi la crisi economica mondiale che ha investito tutto il mondo industriale ci ha aperto gli occhi inducendoci ad ampliare il parco clienti, nel quale oggi figurano altresì imprese del settore ceramico, molto forte nella zona, dove sorge il più importante comprensorio a livello nazionale e internazionale per la produzione di piastrelle, del settore edile ecc.»

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Marco su tornio a CN a 4 assi con utensili motorizzati.

«Fra i clienti serviti ci siamo anche noi stessi e qualche compaesano – aggiunge con una punta di ironia Fortunato Turrini -. E spiego perché: in virtù del fatto che inizialmente eravamo un’officina meccanica e carrozzeria, quando nelle nostre auto c’è un pezzo da sostituire ce lo costruiamo provvedendo poi, naturalmente, pure al montaggio. Un mestiere quello che ci è rimasto nel cuore, ma che, purtroppo, abbiamo dovuto abbandonare perché in un comune montano poco popolato come il nostro non garantiva adeguati carichi di lavoro.»

Gli ordini che arrivano, riguardano sia lotti bassissimi (2-3 pezzi), sia lotti considerevoli, (10.000 unità).

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Fabio su tornio a CN a 3 assi con utensili motorizzati.

Fra i materiali a farla da padrone è l’acciaio legato e bonificato, usato nel 90% dei casi, mentre nella percentuale restante figurano il titanio e la ghisa.

Disponibilità totale 7 giorni su 7

Alla domanda su quali siano i pro e i contro nell’esercitare questa attività nell’alto Appennino, a 1131 metri di quota, risponde Luca Marcolini, quarantaduenne, un diploma di tecnico dell’industria meccanica conseguito in un istituto professionale modenese, alla Effegi da oltre 20 anni: «Ovviamente lo svantaggio è quello dei tornanti che si devono affrontare per raggiungere i clienti e viceversa, anche se la nostra committenza, comunque, non è molto lontana da noi, operando, soprattutto, in questa provincia e in quella bolognese. Poi, volete mettere la bellezza di poter raggiungere il posto di lavoro tranquillamente a piedi, in mezzo alla natura, trovando non di rado davanti al cancello caprioli, volpi o altra fauna locale? Queste sono cose che ti fanno iniziare con l’umore giusto la giornata e che danno un valore aggiunto alla vita e, perché no, anche all’azienda in sé. Di positivo, inoltre, c’è che fra le imprese della zona si è creato un bello spirito di gruppo e sapere di essere tutti parte dello stesso territorio dà un forte senso di appartenenza».

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Irene su tornio a CN a 4 assi con utensili motorizzati.

È, invece, l’altro amministratore delegato, Roberto Turrini, classe 1981, qui da quando aveva quindici anni, a prendere la parola per esporre i principali punti di forza della ditta: «Da noi il motto è lavorare, lavorare sodo, dando la completa disponibilità al cliente cui garantiamo tempi di risposta velocissimi, qualora avesse delle urgenze. Prova ne è che non chiudiamo mai, persino la domenica c’è sempre qualcuno in officina, idem ad agosto e nelle festività di fine anno, periodo in cui adottiamo il sistema delle ferie scaglionate».

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Controllo diametro albero con micrometro millesimale digitale.

«A volte ai clienti dico che siamo meglio di Amazon – gli fa eco Luca Marcolini – perché riusciamo a consegnare nelle 24 ore, e i pezzi lì creiamo partendo da una barra, mica li prendiamo da uno scaffale bell’e pronti! Un risultato che riusciamo ad ottenere grazie ad operatori di alto livello professionale, coesi e motivati in grado di attrezzare più macchine dalla sera alla mattina. Fra essi, tengo a segnalare che ci sono anche tre donne, due presenti da lunga data e una appena assunta, tutte assegnate alle lavorazioni al tornio a controllo numerico.»

Macchine e utensili a braccetto

Dopo aver detto la loro anche sulla certificazione di qualità (“Averla conseguita, tre anni fa, non solo ci ha permesso di acquisire nuovi clienti che prima non ci consideravano, ma pure di abbassare del 40% le non conformità, seguendone le direttive”, concordano), i nostri interlocutori ci guidano nel loro regno, ovvero l’officina dove passano la maggior parte della loro giornata insieme alle maestranze: «I macchinari a disposizione ci consentono di ottenere, con tolleranze centesimali, pezzi lunghi fino a 2100 mm con diametri massimi di 450 mm e tutti sono collegati wi-fi al server centrale al fine di garantire l’integrità e la rintracciabilità del programma CNC nelle varie fasi di lavoro».

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Controllo quota assiale con calibro millesimale digitale.

Nella compagine tecnologica in prima fila fanno bella mostra di sé 13 torni CNC da 2 a 4 assi, 1 tornio parallelo, 2 centri di lavoro verticali a 3 assi, 2 centro-intestatrici, 4 trapani e 1 maschiatore pneumatico.

Fra queste macchine qual è la regina dell’officina? «Nessuna, sono tutte importanti allo stesso modo e se una si ferma le si salta subito addosso per farla ripartire – è la colorita risposta data da Luca Marcolini, che poi prosegue con una considerazione che chiama in causa utensili e macchine -. Oggi è inutile avere utensili super prestazionali se poi non si usano su macchine altrettanto performanti, l’uno e l’altra devono andare a braccetto. Faccio un esempio: se per effettuare una foratura si impiega una macchina utensile all’avanguardia, abbastanza rigida e precisa, e ci si montano sopra delle punte a cuspide di ultima generazione con tre pattini e l’acqua interna, avendo magari pure una pompa che distribuisce il refrigerante, si può operare tranquillamente con potenze più elevate diminuendo in modo considerevole i tempi di lavorazione. E senza usurare più di tanto l’utensile. Ma se lo stesso, performante, utensile lo si piazza, invece, su una macchina obsoleta e come buttar via i soldi spesi per il suo acquisto, a quel punto meglio usare utensili vecchi, a costo di rimanere fuori dal mercato.»

Rodo durante controllo quota assiale su banco mediante altimetro.

L’ultima battuta è ancora di Luca Marcolini e riguarda il problema del reperimento delle materie prime: «Ormai è da quattro anni che si vive in questa realtà, pensate che per ricevere del semplice C45 bonificato abbiamo dovuto aspettare 7 mesi!»

Quando l’azienda è anche un po’ famiglia

La cordiale accoglienza che ci riserva la prima persona incontrata entrando in officina, un operatore alle macchine utensili, fa subito percepire un clima di serenità fra le maestranze che smanettano fra torni e centri di lavoro.

E dello stesso tenore, poi, è pure quella del quartetto che si palesa per l’intervista, costituito dai fondatori e dai loro rispettivi figli, oggi al timone della Effegi Meccaniche di Precisione.

Fabio durante controllo cresta filetto albero su proiettore di profili.

È Luca Marcolini a sottolineare come quell’armonia che abbiamo avvertito sia anch’essa il frutto di un lavoro portato avanti negli anni, e che ora ha forse raggiunto il culmine.

«Oltre a formare professionalmente i dipendenti abbiamo sempre cercato di creare con loro un rapporto amichevole mostrandoci, inoltre, disponibili a venirgli incontro quando si sono trovati di fronte a problemi extra lavorativi. In proposito mi piace segnalare due storie.»

Semiasse flangiato per settore automotive. Gambo: Ø 35 mm, lunghezza 850 mm. Flangia: Ø 190 mm, lunghezza 10 mm. 18 fori in flangia.

«La prima riguarda un ragazzo pakistano, laureato in matematica, il quale, giunto nella nostra struttura comunale di accoglienza profughi, dopo mille vicissitudini, un giorno si è presentato qui a chiedere lavoro. Dimostratosi di buona volontà, lo abbiamo poi assunto a tempo indeterminato. Quest’anno gli abbiamo concesso tre mesi di ferie, così ha potuto tornare nel suo paese e riabbracciare i suoi cari, fra cui moglie e figlio, che non vedeva da sei anni. La seconda si riferisce, invece, a una donna ucraina, anch’essa da diversi anni nel nostro organico in qualità di operatrice alle macchine utensili. Appena scoppiata la guerra in Ucraina la sua casa nel Donbass è stata fra le prime ad essere distrutta dai bombardamenti russi. Noi in quella tragica circostanza, per darle un briciolo di tranquilla, l’abbiamo invitata a stare a riposo per qualche giorno, facendoci carico del suo lavoro con ore di straordinario. E atteggiamenti come questi alla lunga ripagano.»

Da meccanici e carrozzieri alle lavorazioni meccaniche di precisione

È nel 1981 che Fortunato Turrini, classe 1958, e Giuseppe Marcolini, classe 1954, dopo essere stati colleghi in un’azienda metalmeccanica di Frassinoro (MO), decidono di diventare soci imprenditori aprendo, in un piccolo garage dello stesso comune, la FG S.n.c., ditta nella quale possono svolgere il lavoro che li ha sempre appassionati, ovvero meccanici e carrozzieri per autoveicoli.

Tale attività, però, non rende abbastanza in quel piccolo paese dell’alto Appennino Modenese e così, qualche anno dopo, i contitolari acquistano alcune macchine utensili e affiancano all’occupazione principale quella di lavorazioni meccaniche di precisione.

Semiasse macchine movimentazione terra. Ø 40 mm, lunghezza 1.100 mm tornitura + fresatura.

Quest’ultima poi, nel 1989, scalza completamente l’altra indirizzandosi, in particolar modo, ai produttori di autoveicoli e mezzi agricoli per i quali la FG realizza componentistica varia.

Nel 2020, con il passaggio della società dai fondatori ai lori figli, già da lustri al loro fianco, si registra il cambio della ragione sociale che diventa Effegi Meccaniche di Precisione S.r.l.

Amministrata da Luca Marcolini e Roberto Turrini, oggi l’impresa emiliana, nel capannone di 900 m2 in cui si è trasferita nel 1994, riserva le energie profuse dal suo staff, costituito da 15 persone, a una quindicina di clienti, la metà dei quali molto importanti e fidelizzati, attivi nei comparti macchine movimento terra (50%), automotive (30%), ceramica (15%), edile ecc. (5%), realizzando per essi particolari in acciaio legato e bonificato con dimensioni che raggiungono i 2100 mm di lunghezza e 450 mm di diametro.

In possesso della certificazione di qualità ISO 9001, Effegi Meccaniche di Precisione oltre 1 milione di euro.

di Mario Palmisano

 

 

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