La terminologia della manutenzione

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Fare chiarezza sulla terminologia, e soprattutto ottenere le necessarie rettifiche dove questa non è corretta, incontra spesso difficoltà, in quanto presso l’azienda esiste già un pregresso consolidato che spiace cambiare. Inoltre, ammettere di aver sbagliato fin dall’inizio pesa parecchio.

Si incontrano con frequenza sconcertante realtà manutentive gestite con terminologie e indicatori a volte approssimativi, arbitrari, diversi tra unità produttive anche della stessa azienda, a volte totalmente fuorvianti. Interessante trattare di terminologia dall’angolazione di chi si appresta a informatizzare la manutenzione del proprio processo produttivo o, come spesso succede, a effettuare il revamping di una gestione informatizzata formalmente operativa, ma non completamente soddisfacente o utilizzabile. Vediamo i punti essenziali.

• Progettare la manutenzione significa dimensionare e ritarare periodicamente il mix ottimale nella distribuzione delle risorse tra le attività di riparazione (non programmate) e le attività di prevenzione (programmate);
• la manutenzione è una disciplina tecnica scientifica, quindi si avvale sistematicamente di definizioni e misure;
• perché un sistema possa essere reso misurabile e confrontabile nel tempo con se stesso o con realtà similari, occorre definirne univocamente i parametri e le relative unità di misura;
• i primi parametri di sistema sono le politiche di manutenzione;
• le unità di misura di sistema sono gli indici o KPI (Key Performance Indicator).

Si rende indispensabile un momento di riflessione su un tema che è troppo spesso considerato marginale, una specie di optional, un qualche cosa su cui “ci si capisce comunque”: la terminologia.

La corretta terminologia è un punto obbligato per attivare prima e valorizzare poi il progetto manutenzione nella sua piena efficienza ed efficacia. La cultura della manutenzione non è sufficiente a far sentire il bisogno di un approccio strutturato tra le varie funzioni, che dovrebbero inzione, CED e progettazione. Pertanto il ricorso a una terminologia “fai da te” è uno degli indicatori più inesorabili del grado di chiusura e di arretratezza dell’utente che ne fa uso.

A livello generale gli errori più frequentemente riscontrati nell’approccio alla terminologia sono i seguenti:
• la prima peggior concentrazione di equivoci nasce dall’uso improprio dei termini di manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria;
• la seconda peggior concentrazione di equivoci scaturisce invece dall’uso improprio dei termini relativi agli indici di manutenzione classici: MTBF, MTTR e MTTF.

Definizione di manutenzione

Cominciamo con il cercar di chiarire una volta per tutte il caso più frequente e infelice, denominare manutenzione straordinaria la manutenzione correttiva o a guasto:
• innanzitutto la correttiva è la manutenzione ordinaria per eccellenza, essendo storicamente la riparazione la prima forma di manutenzione;
• presso il campione di utenti che adottava questa dizione, la correttiva era, per inciso, anche la politica prevalente (tutt’altro che straordinaria, quindi);
• le espressioni manutenzione ordinaria e straordinaria hanno implicazioni fiscali ben precise. Un revisore dei conti che vedesse quasi tutto il budget delle spese di manutenzione imputato a “straordinaria” avrebbe a buon diritto di che dissentire e sanzionare.

 

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