Ucimu e le macchine utensili: prevista una ripresa dei consumi nel 2021

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Se nel 2019 l’industria italiana costruttrice di macchine utensili è risultata quarta tra i produttori e tra gli esportatori, resta invece invariato il suo quinto posto nella classifica dei paesi consumatori, che conferma così l’importanza del Bel Paese nel contesto internazionale. Archiviato un 2019 non certo brillante, il 2020 ha segnato il crollo degli investimenti in macchine utensili, in Italia e all’estero, ma la ripresa dei consumi è prevista già nel 2021. Questo, in sintesi, è quanto illustrato dal presidente di Ucimu, Massimo Carboniero, in occasione dell’annuale assemblea dei soci.

Quadro attuale e aspettative

Sulla base del consuntivo, nel 2019 si è registrato un calo nella produzione di sole macchine utensili (-3,8% rispetto al 2018), dell’export (-1,7%) e soprattutto del consumo (-7,5%), interrompendo un trend di crescita che durava da quattro anni. La crisi sanitaria e il conseguente arretramento del 2020 per tutti i principali indicatori economici prevede una contrazione della produzione del 34,6%, mentre l’export scenderà del 27,2%. Inoltre, il crollo del consumo interno, stimato per un -43,3%, avrà un pesante impatto sulle consegne dei costruttori italiani nel mercato interno il cui valore si fermerà a 1.400 milioni di euro, pari a un -44,6% rispetto al 2019. Altrettanto decisa sarà la riduzione, a fine anno, delle importazioni che si attesteranno su un valore di 850 milioni di euro, pari a un -41,1% rispetto all’anno precedente.

Le previsioni elaborate a settembre 2020 dall’istituto econometrico Oxford Economics rilevano invece una decisa ripresa degli investimenti in tecnologie di produzione in tutto il mondo a partire dal 2021. Il prossimo anno, la domanda mondiale di macchine utensili crescerà del +15,1%, un trend positivo che continuerà anche nel triennio consecutivo in modo costante: +7,5% nel 2022, +4,9% nel 2023 e +3,6% nel 2024. Con un incremento del consumo pari al 20,6%, nel 2021 l’Europa sarà l’area più vivace rispetto al resto del mondo, mentre in Italia questo dato tornerà a crescere, attestandosi su un +38,2% rispetto al 2020.

di Alessandra Battaglioli

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