Trasferimento a rulli: cos’è e a cosa serve

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Cos’è il trasferimento a rulli? Una tecnica per trasferire nanomateriali 2D, sottili fino a 1/50.000 di un capello, su un substrato di almeno 4 pollici (circa 10 cm) senza danni. A svilupparla il Korea Institute of Machinery and Materials (KIMM) che ha usato un processo denominato trasferimento a rulli che consente il trasferimento continuo su un’ampia area di nanomateriali.

A cosa serve il trasferimento a rulli?

Il ricercatore principale Kwang-Seop Kim ha dichiarato: “La nostra tecnica di trasferimento di nanomateriali 2D di grandi dimensioni e micro-dispositivi senza danni ai substrati ridurrà significativamente i costi di produzione di dispositivi indossabili, display trasparenti flessibili e sensori di bio-energia ad alte prestazioni, accelerando così la commercializzazione delle applicazioni correlate. Ci aspettiamo inoltre di vedere nuove attività in tutti i settori: dai semiconduttori di prossima generazione ai veicoli futuri“.

Trasferimento a rulli: come un tatuaggio

Il processo di trasferimento coinvolge nanomateriali su un film di trasferimento (A) e un substrato bersaglio (B). Nel trasferimento a rullo, i nanomateriali vengono trasferiti su B quando A viene arrotolato su B. Il processo è simile al trasferimento di un tatuaggio sulla pelle tramite un adesivo. L’adesivo svolge il ruolo del film di trasferimento, il tatuaggio rappresenta i nanomateriali 2D e la pelle è il substrato.

Il punto chiave della tecnica è identificare due diversi tipi di meccanismi di danno in relazione alla deformazione dello strato adesivo nel film di trasferimento attraverso simulazioni ed esperimenti al computer. Il team ottimizza lo spessore dello strato adesivo per ridurre al minimo la sua deformazione durante il processo, realizzando un trasferimento senza danni di nanomateriali 2D di grandi dimensioni.

La tecnica può essere impiegata nel processo di trasferimento basato su rulli per produrre display trasparenti flessibili a base di nanomateriali 2D e semiconduttori trasparenti, riducendo il danno nel nanomateriale 2D dal 30% attuale all’1%.

 

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