Radiazioni, il rischio invisibile

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Tra i diversi rischi che debbono essere valutati dal datore di lavoro esiste quello da radiazioni ionizzanti.

Il rischio da radiazioni nella mappa della percezione del rischio della persona comune compare nel quadrante dei rischi temibili, problematici per le future generazioni, ma non appare nella parte di più immediata percezione. Sostanzialmente questo rischio si ignora perché non si può controllare né osservare. Tuttavia è temibile, e temuto, specie quando il pensiero va agli eventi catastrofici che resteranno nella memoria storica della nostra attuale era atomica, quindi da Hiroshima e Nagasaki a Chernobyl e, più recentemente, a Fukujima. Comunque questo pericolo viene percepito come lontano dallo stile di vita quotidiano come in effetti non è.

In realtà l’essere umano è esposto naturalmente alle emissioni radioattive naturali che costituiscono quindi un rischio di tipo generale. L’82% della radioattività è fatta risalire a fonti di tipo naturale. Raggi cosmici su cui ben poco possiamo fare e radioattività di fondo naturale del nostro pianeta. Oltre a ciò la nostra società ha utilizzato (male, come vedremo parlando di sorgenti orfane) e sta utilizzando sempre di più tecnologie collegate alla radioattività. Gli utilizzi di sorgenti radiogene si è sempre più allargato passando via via dal campo medico-diagnostico e poi terapeutico ad utilizzi in settori di produzione industriali sempre più vasti. Il 18% delle radiazioni è dunque di origine artificiale e si stima che per il 58% le radiazioni artificiali si debbano alle radiografie mediche ai raggi X. Un altro 21% è attribuito alla medicina nucleare. Quindi le fonti di radiazione di impiego medico-diagnostico sommate incidono per il 79% sulla parte artificiale. I prodotti di consumo come fonti incidono per il 16% mentre le attività produttive per il 2% probabilmente in crescita. Il fall-out e i combustibili nucleari in totale, con circa il 3%, completano il quadro.

Per quel che riguarda il rischio da radiazioni ionizzanti naturali e/o artificiali la normativa di riferimento è la Direttiva 59/2013 Euratom che ha trovato recente applicazione in Italia con il D.lgs. 101 del luglio 2020.

D.lgs. 101/2020 e le radiazioni ionizzanti naturali

L’esposizione alle radiazioni ionizzanti naturali, come abbiamo visto, è un aspetto connaturato alla vita sulla terra. Oltre ai raggi cosmici, i radionuclidi presenti sulla crosta terrestre fin dall’origine del pianeta, e per questo sono detti radionuclidi primordiali, decadono spontaneamente emettendo radiazioni ionizzanti. Chiaramente i radionuclidi primordiali sono presenti solo in tracce ma ovunque: nelle rocce, nel terreno, in aria, in acqua e anche nel corpo umano. Nell’esaminare il rischio di esposizione a radiazioni ionizzanti naturali dovremo quindi considerare:
– Il rischio RADON
– Il rischio di radioattività naturale nei materiali da costruzione
– Radiazioni naturali in attività N.O.R.M.

 

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