Nuovi approcci per l’interlacciatura ad aria compressa

Condividi

Un’analisi di alcuni prototipi innovativi di interlacciatori…

Alcune premesse

L’interlacciatura prodotta con ugelli ad aria compressa ha iniziato a svilupparsi con l’introduzione dei materiali sintetici. Nell’industria sono presenti molti modelli di interlacciatori, anche piuttosto diversi tra loro. Hanno geometrie differenti, con condotti di passaggio del filo da trattare a sezione costante ma di varia forma geometrica, oppure condotti di sezione variabile; interlacciatori con feritoie per l’introduzione del filo; interlacciatori con ugelli ad aria compressa per il suo trascinamento all’interno del condotto di trattamento. Anche le condizioni di uso possono presentare significative differenze, con trattamenti a diverse pressioni per l’aria compressa, con condizioni differenti per i punti di appoggio, e con valori diversi di tensione, del fattore di stiro e della velocitĂ  di scorrimento del filo stesso, riferiti naturalmente ai diversi campi di applicazione. Tutto questo insieme di parametri rende il fenomeno dell’interlacciatura piuttosto complesso e di non agevole interpretazione.

La sola descrizione dei fenomeni che avvengono in un interlacciatore appare tutt’altro che banale e le varie spiegazioni che vengono di volta in volta date risultano spesso contrastanti e incomplete. Più fenomeni sembrano concorrere, infatti, alla formazione di vorticosità e delle relative interazione con i singoli fili elementari dei filati. La presenza di flussi stazionari e non stazionari, la comparsa di onde d’urto, il ricorso a fenomeni di risonanza fluidodinamiche e di risonatori fluidici rende difficile dare una spiegazione unitaria. Se si fa riferimento a quanto viene presentato negli articoli sugli interlacciatori, risulta che due sono principalmente le interpretazioni che vengono date per il funzionamento: presenza di flussi turbolenti e vorticosità nei condotti di interlacciatura e presenza di onde d’urto, rette o oblique, nella zona a valle degli ugelli di alimentazione del flusso di aria compressa.

Le tecniche di simulazione numerica (CFD) hanno trovato da tempo largo impiego, anche perchĂ© sono le uniche metodologie che possano dare un’interpretazione su quanto avviene all’interno dei piccoli volumi degli interlacciatori, senza disturbare i flussi e compromettere i fenomeni in atto. Ad oggi non risultano ancora disponibili attivitĂ  di simulazione numerica in presenza dell’interazione tra l’aria in moto nei condotti e i singoli fili elementari, che potrebbero spiegare in modo piĂą preciso il fenomeno della formazione dei nodi. Ciò può portare a semplificazioni nell’impostazione della simulazione e a limitazioni nella sua validitĂ . Il flusso può quindi essere considerato in modo semplificato e si considera che i singoli fili abbiano diametri e massa tale da poter essere trascurati senza grosse approssimazioni nelle simulazioni.

 

Articoli correlati