Carenza di rame all’orizzonte

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Da tempo si sente parlare di molti tipi diversi di “shortage”: energia, semiconduttori, legname, litio, elio, acqua. Il prossimo potrebbe essere quello del rame, di cui la domanda aumenta senza un corrispondente aumento di disponibilità. Quella del rame – materiale la cui conduttività è seconda solo all’argento – non riceve però la stessa attenzione di altre carenze più pubblicizzate dai media. Tra i principali ambiti che prevedibilmente determineranno un consistente aumento della domanda di rame va citato quello dei veicoli elettrici, cui serve molto più rame per una vettura rispetto a quelle con motore a combustione interna. A ciò si aggiunge comunque la spinta generale verso una maggiore elettrificazione, comprendendo le stazioni di ricarica per veicoli elettrici, le linee di trasmissione ad alta tensione e le fonti rinnovabili, per esempio i parchi eolici. Da chiedersi fino a che punto la produzione di questo prezioso metallo potrà continuare a crescere, perché il rame può essere estratto solo dove presente in natura.

Il Cile rappresenta oltre un terzo della produzione mondiale di questo materiale, seguito da Perù, Repubblica Democratica del Congo, Cina, Stati Uniti, Australia, Indonesia, Zambia, Canada e Polonia, mentre i maggiori importatori sono Cina, Giappone, India, Corea del Sud e Germania. In aggiunta, la qualità del minerale nei siti esistenti sta diminuendo man mano che le miniere si esauriscono e l’estrazione diventa più costosa: si valuta che mettere in funzione una miniera di rame richieda almeno 10 anni e 5-10 miliardi di dollari (quasi più tempo di quello necessario per una fabbrica di semiconduttori e circa lo stesso costo). Senza dimenticare, poi, l’impatto sull’ambiente derivante dalle necessarie infrastrutture: strade, enormi quantità di elettricità, aeroporti, alloggi per migliaia di lavoratori e molto altro. Il riciclaggio sembra essere una risposta, ma è soltanto parziale, perché le fonti disponibili di rame da riciclare sono limitate e lo stesso processo di riciclaggio è costoso e complesso. Tornando all’aumento della domanda, per i prossimi anni si va da un semplice 5% a un più problematico 35%. Questa forbice deriva dal fatto che è difficile fare previsioni, ma certamente la domanda crescerà in modo significativo, mentre la disponibilità sarà limitata dalla natura e dai costi crescenti di estrazione, manipolazione, raffinazione, purificazione e fabbricazione, qualunque sia la forma finale richiesta.

Un dubbio

Da chiedersi, quindi, se l’imminente “crisi” del rame sia reale oppure l’ennesima esagerazione, poi risolta, anche se non si sa ancora come potrebbe esserlo: cosa accadrebbe se i prezzi del rame aumentassero drasticamente o se la disponibilità effettiva di alcuni componenti a base di rame fosse notevolmente ridotta?

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