Incertezza di misura: il contributo dello strumento

Condividi

??????????????????????????????????????In un processo di misura si è portati a pensare che l’unica sorgente di incertezza provenga dallo strumento utilizzato e quindi, per ridurre l’incertezza di misura, si debba necessariamente utilizzare uno strumento di migliori prestazioni.

In realtà, la valutazione dell’incertezza di misura implica una profonda conoscenza del processo di misurazione e quindi degli elementi che concorrono al risultato del processo stesso. Questi elementi possono essere così riassunti: lo strumento per misurazione; l’ambiente; l’operatore; il metodo di misura; il misurando.

Lo strumento rimane tuttavia l’elemento caratterizzante il processo nonché quello maggiormente suscettibile di degrado delle prestazioni per usura o per invecchiamento; è quindi quello che necessita maggiormente di un controllo periodico.

La norma UNI EN ISO 9001:2008 al paragrafo 7.6 (Tenuta sotto controllo dei dispositivi di monitoraggio e di misurazione) infatti specifica che: “ove necessario per assicurare risultati validi, le apparecchiature devono: essere tarate e/o verificate ad intervalli specificati o prima della loro utilizzazione, a fronte di campioni di misura riferibili a campioni internazionali o nazionali; qualora tali campioni non esistano, deve essere registrato il riferimento utilizzato per la taratura o per la verifica”.

Analizziamo prima il significato dei termini richiamati in questo requisito.

Il vocabolario internazionale di metrologia (tradotto in italiano con la norma UNI CEI 70099) definisce la taratura una “operazione eseguita in condizioni specificate, la quale in una prima fase stabilisce una relazione tra i valori di una grandezza, con le rispettive incertezze di misura, forniti da campioni di misura, e le corrispondenti indicazioni, comprensive delle incertezze di misura associate, e in una seconda fase usa queste informazioni per stabilire una relazione che consente di ottenere un risultato di misura a partire da una indicazione”.

La prima fase di una taratura è quindi il confronto metrologico fra lo strumento in taratura ed il campione di riferimento allo scopo di quantificare gli errori di misura dello strumento ovvero determinare la sua risposta (relazione tra ingresso e uscita). In una seconda fase, che non sempre è presente (anzi nella maggior parte dei casi la taratura si conclude con la prima fase), si può utilizzare l’informazione ottenuta nella prima fase (conoscenza degli errori) per apportare una correzione ai valori di lettura dello strumento (indicazioni) per ottenere dei risultati di misura maggiormente accurati.

Per verifica invece, si intende “l’insieme delle operazioni volte (e cioè sufficienti) a dimostrare la conformità o non conformità di un’apparecchiatura per misurazione rispetto ai requisiti specificati”; i requisiti specificati, rispetto ai quali viene verificata la conformità, sono quelli definiti dall’utilizzatore in base alle proprie esigenze di misurazione.

In sostanza, le operazioni per la verifica sono solo quelle che consentono di stabilire se gli errori dello strumento rientrano o non rientrano negli errori massimi ammessi e l’informazione ottenuta dalla verifica si limita a questa conclusione. E’ altresì evidente che i risultati di una taratura possono essere utilizzati anche per effettuare soltanto la verifica delle prestazioni di uno strumento rispetto alla specifica di errore massimo ammesso (MPE).

Continua a leggere l’articolo all’interno dello sfogliabile, da pagina 34: http://www.macchineutensilinews.it/numeri/201402-marzo/.

Articoli correlati