Giuliano Busetto, punti di vista al top

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giuliano busettoA margine del convegno “Forum meccatronica” tenutosi recentemente a Lazise, abbiamo intervistato in esclusiva il presidente di ANIE Automazione nonché country division lead delle divisioni Digital Factory e Process Industries and Drives di Siemens Italia, Giuliano Busetto.

Presidente, la meccatronica rappresenta certamente un importante passo avanti per lo sviluppo competitivo dell’industria italiana e un altrettanto importante tassello nella direzione della fabbrica digitale verso la quale si sta muovendo praticamente tutto il mondo produttivo. In questo scenario, come influisce il fattore dimensionale tipico della nostra struttura industriale?

La piccola e media impresa è sempre stata il punto di forza dell’economia italiana, in particolare per la sua elevata specializzazione. Nella misura in cui sarà capace di mantenere per così dire leadership di nicchia, posso pensare che essa avrà futuro. Del resto se nostre aziende sono ambite da operatori stranieri, è segno di una valutazione di importanza dell’altissimo valore della tecnologia italiana proprio in alcuni settori di spicco. È altrettanto chiaro però che per molte aziende il fattore dimensionale potrebbe essere penalizzante nell’agone competitivo. Come impresa fornitrice di tecnologia, Siemens opera affinché i propri clienti, di qualsiasi dimensione, abbiano successo nei rispettivi mercati. In qualità di manager italiano di una compagnia straniera, la mia responsabilità è garantire competitività ai clienti italiani, che significa fornire tecnologia in grado di aumentare la loro flessibilità produttiva, l’integrazione tra macchinari e spingerli verso l’utilizzo di software di progettazione idonei. Questo è il nostro obiettivo; le aziende molto piccole possono avere maggiore difficoltà in questa evoluzione perché si trovano a operare in un contesto competitivo molto ampio, con risorse finanziarie mediamente limitate. Prima della crisi infatti, in Italia nel contesto dei costruttori di macchina in media il 70% del giro d’affari era fatto di export e il 30% di domestico. Oggi il 90-95% della produzione è destinato all’ estero ed è evidente che per competere su questo mercato serve una organizzazione moderna ed efficace e una rete di distributori efficiente“.

Pensa che gli interventi del nostro Governo siano in linea con le aspettative?

Un’economia mostra segnali di buona ripresa se il PIL annuo cresce di almeno del 3%. In Italia, oggi dobbiamo accontentarci di valori poco superiori allo zero, anche se attendiamo segnali più positivi per il prossimo biennio 2016 e 2017. Certo, se guardiamo alla vetustà del parco macchine e impianti presso le aziende, ci accorgiamo che c’è molto da fare in Italia, ma anche in tutta l’Europa. Per quanto riguarda gli strumenti messi a disposizione sembra che si stia andando nella direzione giusta, basti vedere le proposte di defiscalizzazione, la legge ex- Sabatini e i superammortamenti. Spetta agli imprenditori comprendere fino in fondo le possibilità date dagli interventi previsti. La nuova legge ex-Sabatini ha determinato aiuti di 1.4 miliardi di euro a fronte di richieste decisamente superiori ai 2 miliardi e questo fatto mostra da un lato forse una certa difficoltà di accesso, dall’altro si è intesa l’importanza degli investimenti in macchinari e quindi è comunque un segnale positivo. Penso possa dare inoltre buoni risultati il portare al 140% l’ammortamento consentito per l’acquisto dei beni strumentali“.

Come giudica la situazione investimenti in Italia?

Distinguiamo la tipologia di mercati industriali: in Italia gli investimenti nell’industria di processo sono limitati, negli ultimi anni si pone maggiore attenzione all’Opex (Operating Expense) rispetto al Capex (Capital Expenditure). Alcune situazioni permangono critiche nella siderurgia, nell’oil & gas, un pò meglio nel chimico. È vitale anche la ripresa del mercato domestico perché l’export presenta elementi di rischio come per esempio la recente crisi russa o il rapido rallentamento della Cina. Sull’industria manifatturiera vale quanto detto in precedenza“.

Come commenta la stagnazione della Germania?

Il mercato tedesco è sempre molto importante per i nostri costruttori italiani, che peraltro stanno operando bene anche negli Stati Uniti. L’industria tedesca delle macchine in generale e quella automobilista risente anche del rallentamento dell’economia cinese. Tutte le analisi fatte in Confindustria e anche in ANIE ci illustrano che se il PIL cinese, per lungo tempo sopra le 2 cifre, dovesse ancora scendere sotto il 4-5%, anche in Europa e in Italia si avrebbe una drastica contrazione del nostro PIL“.

Industria 4.0 che Macchine Utensili chiama fabbrica digitale, è il nuovo paradigma della produzione diciamo del futuro. Ci vorranno molti anni per una sua implementazione significativa?

Certamente si tratta di un processo molto lungo. Quando sento dire che Industria 4.0, solo per fare qualche esempio, significa avere un sensore intelligente oppure la realizzazione di un magazzino automatico, resto perplesso e cerco di fare comprendere che è necessario distinguere tra un’evoluzione naturale della tecnologia rispetto a quella che è veramente si intende per fabbrica figitale: un percorso che richiederà decenni. L’analisi presentata dal professor Gruosso del Politecnico di Milano ci indica che su un campione di 2.100 aziende del territorio di Brescia, Verona, Mantova, di cui ne sono state selezionate circa 600 realmente coinvolte in un processo industriale legato alla meccatronica per un giro di affari complessivo pari a 5 miliardi, solo il 25% di queste aziende produttive investe in R&S, e che una grande quantità di esse non è ancora ben consapevole dei benefici che può portate la digitalizzazione dell’impresa e l’impatto dei concetti di Industry 4.0 sulle loro attività“.

In Italia abbiamo pochi grandi gruppi e parlare di quello che succede in FCA non è rappresentativo per l’intero comparto industriale. Si può parlare di un modello italiano di fabbrica digitale?

FCA ha una organizzazione che dal punto di vista della informatizzazione e delle piattaforme software si trova all’avanguardia. Non sono molti però i gruppi in Italia con dimensioni di fatturato rilevanti. La struttura invece delle molteplici aziende medio-piccole rappresentano un elemento importante nella filiera industriale manifatturiera. Conseguentemente queste aziende, i costruttori di macchina in genere, possono e devono portare il loro contributo al concetto di fabbrica digitale, ampliando la loro responsabilità da macchina a sistema; anche tra le macchine utensili vedo crescere l’interesse verso la fornitura di un intero shop floor o comunque una responsabilità allargata alla gestione del processo produttivo meccanico integrato. Naturalmente le risorse assumono un ruolo fondamentale come il loro cambio culturale verso una più ampia conoscenza dell’intero processo produttivo. È l’evoluzione che accompagna infatti molte realtà industriali evolutesi da una mera lavorazione meccanica ad assorbire concetti di automazione, elettronica, meccatronica e ora digitalizzazione. Infatti, oggi l’informatica è importante non soltanto come sistema gestionale ERP, piuttosto come strumento di supporto alla progettazione, simulazione di una macchina, simulazione del processo produttivo continuo o discreto, progettazione flessibile e capacità di far interagire oggetti e macchine fino all’IoT, al fine di ridurre il time to market di un nuovo prodotto industriale sia una automobile o un qualsiasi oggetto quotidiano. Questa è la vera rivoluzione perché comprende l’intera catena mercato–azienda-mercato. Ci si chiede se avremo bisogno di meno personale, certo avremo bisogno di skill diversi, più elevati, di competenze a 360°. Più esperti di automazione e informatica e in tal senso desidero evidenziare un messaggio ricevuto dal professor Rocco del Politecnico di Milano, grato per quello che stiamo facendo anche come ANIE Automazione, essendo cresciute le immatricolazioni a Ingegneria della Automazione del 56% in un solo anno, un dato straordinario che rende questa facoltà leader in termini di crescita nell’ambito dell’ateneo. È per noi molto importante anche il legame con le università e nel 2011 come Siemens abbiamo realizzato il nostro Centro Tecnologico e Applicativo a Piacenza, un luogo anche di formazione per i docenti delle scuole tecniche e per gli studenti del corso di laurea triennale in Ingegneria Meccanica, ma soprattutto per i nostri clienti, dove noi operiamo integrando alcune macchine utensili con isole di simulazione e progettazione, mostriamo i vantaggi dell’integrazione tra mondo reale e virtuale, simuliamo il comportamento meccatronico delle macchine, analizziamo e testiamo grazie ai nostri tool software il controllo rumorosità e vibrazioni. Tutte queste attività hanno lo scopo di far crescere le nostre imprese e i nostri giovani in un mondo sempre più competitivo ma anche molto stimolante“.

Infine, come vede il 2016?

Se lo si guarda dal punto di vista dell’indicatore della fiducia non soltanto del cittadino ma anche delle imprese, e anche dal punto di vista dell’indice Pmi (Purchasing managers index), è possibile evidenziare delle aspettative di crescita. Se poi si guarda alla situazione economica, ai tassi estremamente bassi, allo spread vantaggioso sotto ai 100 punti, al cambio euro dollaro favorevole per il nostro export, alla riduzione della bolletta petrolifera di circa 20 miliardi annui, si può affermare che si tratta di una situazione mai vista negli ultimi 10 anni. Ci sarebbero quindi tutti gli elementi per essere ottimisti. Anche in presenza di una situazione così economicamente vantaggiosa, purtroppo non possiamo affermare che ci sia una robusta ripresa a seguito della instabilità dei mercati e pericolose situazioni politico–sociali nel mondo attorno a noi. Nel caso in cui dovesse manifestarsi una inversione di alcuni dei parametri di cui sopra lo spettro della recessione potrebbe nuovamente manifestarsi, per cui oggi è il momento di far permeare i concetti legati all’Industria 4.0, investire e avvantaggiarci sul terreno della innovazione tecnologica. Concludo affermando che, oltre naturalmente di essere soddisfatto dei risultati 2015 delle divisioni industriali di Siemens che dirigo, anche come presidente di ANIE Automazione, riferito alle tecnologie di PLC, I/O, HMI, Inverter, Encoder, Motori brushless,Maccatronica e Scada, il 2015 si presenta come un anno molto positivo, con un + 7% sui volumi rispetto al precedente anno. Sono esclusi i CN perché valutati all’interno dei dati inerenti l’associazione Ucimu. Quindi in conclusione siamo e rimaniamo fiduciosi per il 2016 e 2017 auspicando ancora una volta il successo dell’automazione e delle imprese manifatturiere italiane“.

di Michele Rossi

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