Andrea Bianchi (Ascomut): “Domanda debole ma la crescita c’è”

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Si è svolta a Milano lo scorso martedì 27 giugno l’assemblea ordinaria Ascomut, nel corso della quale il presidente Andrea Bianchi ha espresso alcune considerazioni introduttive di particolare interesse, a partire dalla disanima dei dati economici e congiunturali. Di seguito le parole pronunciate dal numero uno dell’associazione sul quadro economico generale.

«La “Crescita Mondiale”, stando ai report elaborati dal Fondo Monetario Internazionale, prosegue con una pigra ma costante progressione: 2016 +3,1%; 2017 +3,5%; previsione 2018 del +3,6%. Il nostro paese si muove più lentamente rispetto ai principali competitori internazionali. I dati parlano di una faticosa, ma continua crescita: l’anno 2016 si è chiuso con un PIL allo 0,9%. Le previsioni sul breve e medio periodo confermano il trend. Secondo Istat e Ocse il 2017 chiuderà con un +1% ed il 2018 con un +1,1%. Più prudente il Fondo Monetario Internazionale che si attesta sul +0,8% in entrambi gli anni. Il debito pubblico resta molto alto ma si ipotizza una leggera decrescita solo nel 2018. Il dato sull’inflazione evidenzia una ripresa dei prezzi al consumo, dopo una fase depressiva di tipo deflattivo, che dovrebbe portare l’Italia dallo 0,5% del 2016 all’1,4% su base annua dell’anno in corso. Secondo la valutazione dell’Ufficio Studi di Confcommercio, “non si deve trascurare che la moderata dinamica dei prezzi è sottesa da una domanda interna che resta debole, come testimonia il tasso di crescita dell’economia italiana che permane da troppo tempo al di sotto delle performance dei partner internazionali, acuendo il rischio di marginalizzazione del paese”. Restano critici gli indici che misurano la fiducia dei consumatori e delle imprese. Il dato pubblicato nel mese di maggio dall’Istat parla di un -1,9% relativamente ai consumatori ed un -0,6% delle imprese. Per Confcommercio questi dati indicano che “famiglie e imprese sembrano patire un crescente disorientamento. Mentre non si concretizzano le aspettative di una politica fiscale più accomodante e meno selettiva, il dibattito sulle questioni elettorali appare impostato troppo sui potenziali vantaggi di breve periodo delle parti piuttosto che propedeutico alla formulazione di regole per la stabilità e la governabilità, contribuendo, quindi, ad alimentare una diffusa incertezza”. Più positivo il dato sul tasso di disoccupazione calcolato dall’Istat, pari all’ 11,7% nel 2016 e previsto all’11,5% alla fine dell’anno in corso. Questi sono indicatori più incoraggianti. Al di là delle persistenti debolezze strutturali, la crescita dell’occupazione e l’attenuarsi della ripresa dell’inflazione potrebbero infatti indurre un miglioramento nel sentiment delle famiglie, con riflessi positivi sui consumi. L’incremento di 94 mila unità su base mensile degli occupati ad aprile 2017, +277 mila in termini annui, ha determinato un ulteriore avvicinamento ai livelli pre-crisi: rispetto al massimo raggiunto ad aprile 2008 la distanza è di sole 192 mila unità. Da settembre 2013 sono stati quindi recuperati 870 mila posti di lavoro. L’Istat ha diffuso nel mese di giugno i dati sull’andamento della produzione industriale in Italia aggiornati al mese di aprile. Dai dati l’Istat, ad aprile l’indice destagionalizzato della produzione industriale registra una diminuzione dello 0,4% dal mese precedente. Nella media del trimestre febbraio-aprile 2017 la produzione è diminuita dello 0,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’indice destagionalizzato mensile segna una sola variazione congiunturale positiva nel comparto dell’energia (+2,2%); variazioni negative dai beni strumentali, -1,6%, dai beni di consumo, -0,5% e dai beni intermedi, -0,4%. In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano ad aprile 2017 variazioni positive in tutti i comparti; aumentano i beni di consumo, +2,2%, l’energia, +2,1%, e, in misura più contenuta, i beni intermedi, +0,7%, assieme ai beni strumentali, +0,6%. Per quanto riguarda i settori di attività economica, ad aprile 2017 i comparti che segnano la maggiore crescita tendenziale sono quelli dell’attività estrattiva,+11,8%, delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori, +7%, e della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria, +2,4%. Le diminuzioni maggiori arrivano dai settori della fabbricazione di computer, articoli di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, di misurazione e orologi, -5,9%, dalla produzione di apparecchiature elettriche e per uso domestico non elettriche, -5,7%, e dall’industria di coke e prodotti petroliferi raffinati, -5,3%)».

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