Come Hansel e Gretel

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Ricordo la fiaba dei fratelli Grimm che racconta di due fratellini lasciati nel bosco da genitori così disperati e ridotti alla fame, che non vedendo nessuna via d’uscita al dramma della loro miseria, decidono di  abbandonare i propri figli, i quali dopo giorni di inutile vagare in cerca della strada del ritorno, arrivano stremati ad una radura fuori dal bosco e scorgono  in lontananza un lumicino proveniente da una casetta ricoperta di dolci e leccornie, che dapprima allettante e confortevole, si rivelerà in seguito essere una cupa prigione… Tranquilli, alla fine i due bambini riusciranno a liberarsi dalla strega e ritorneranno dai genitori felici e contenti. Belle le fiabe vero?

Non molto tempo fa leggevo una dichiarazione di Squinzi durante l’assemblea degli industriali a Livorno. Affermava che il tunnel nel quale si trova ormai da troppo tempo l’Italia, avrà “alla sua fine non una vera luce ma un lumicino”,  dovuto non tanto  al miglioramento della situazione interna, (ohibò, davvero?) ma soprattutto a quello generale della congiuntura internazionale, e si augurava che il nostro paese potesse perlomeno “agganciarsi a quella flebile luce, a patto che ci sia l’esclusivo intento, da parte del governo, di lavorare sodo ed accelerare la ripresa”. Certo che sentire queste dichiarazioni fa a dir poco accapponare la pelle, perché se questa è la prospettiva di Confindustria, le nostre Pmi quale futuro avranno? Arriveranno  a mangiare il panettone a Natale o faranno la stessa fine di quelle che non hanno nemmeno riaperto a fine agosto?

Si sta facendo un gran parlare negli ultimi mesi dell’Expo 2015, delle prospettive di crescita e delle grandi opportunità legate ad esso,  tanto che Capo dello stato e Presidente del Consiglio lo definiscono un’occasione straordinaria, battezzando l’evento come il trampolino di rilancio della nostra economia. Anche in Regione Lombardia sono tutti eccitati e si sprecano elogi verso il nuovo governo che finalmente, a detta degli addetti ai lavori, dopo il suo insediamento ha dato lo slancio decisivo all’evento mondiale. Mah… Mi viene da chiedermi su quale pianeta vivo… Certo è che per noi piccole aziende del manifatturiero, tutto questo entusiasmo generale non lo percepiamo ancora e manca solo poco più di un anno, e credo che sarà tutto da accertare e verificare in corso d’opera. Certo, l’Expo è sicuramente un’occasione soprattutto per il mondo legato ad alimentazione ed agricoltura, ma quante piccole aziende e realtà del settore verranno coinvolte? Quale sarà il reale ritorno economico su scala nazionale? E poi, diciamola tutta, vista l’esclusiva lentezza italiana nell’eseguire progetti su larga scala, definirlo la panacea di tutti mali denota quanta scarsa lucidità ci sia oggi nelle istituzioni e nel governo e fuorvia dagli interventi più urgenti.

Si parla anche moltissimo dello scandalo, anche qui tipicamente italiano, dei finanziamenti europei non utilizzati, uno su tutti, leggevo, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale FESR che dal 2007 al 2013 (scade il 31 dicembre prossimo) ha stanziato per l’Italia 59.4 miliardi di euro per lo sviluppo economico, dei quali sembrerebbe sia stato utilizzato solo uno scarso 40%,  vuoi per poca informazione, vuoi per incapacità di presentare progetti concreti ma molto più spesso per la farraginosa macchina burocratica dello stato. Ma dove sono e cosa fanno le regioni? Perché non sfruttano queste occasioni di rilancio? Questi miliardi di euro perduti, che sarebbero manna dal cielo per la nostra ripresa,  rimarranno dunque nelle casse europee, in attesa di essere ricapitalizzati, chissà quando e per chi. Per non parlare (chi vi scrive ne sa qualcosa) dell’enorme difficoltà ad ottenere finanziamenti già erogati dall’Europa e cosa da non crederci, per così dire “trattenuti” dalla burocrazia di enti e regioni per cause sconosciute e mai realmente verificabili.

Come diceva il mio ormai insostituibile Platone “la pena che i buoni devono scontare per l’indifferenza alla cosa pubblica è quella di essere governati da uomini malvagi”. Per attualizzazione sostituirei malvagi con un più appropriato incompetenti..  ed inviterei ad una doverosa riflessione sulle vere cause di tale deriva ed inefficienza statale.

Ma ci sarà o no una ripresa e quando? Qualche debole segnale in questi ultimissimi mesi c’è e si sta concretizzando in commesse decisamente più corpose rispetto all’ultimo quadriennio, specialmente nel petrolchimico, ma sono ancora lontane da essere affidabili  nel tempo, quindi lungi da chiamarla ripresa perché sono ancora pochissime le prospettive ad oggi.  Diciamo che  il buio è ancora quasi totale. E se ripresa sarà, sicuramente non avverrà nell’immediato, né tantomeno nei consumi interni, traino della nostra economia, che ultimi a fermarsi, saranno logicamente gli ultimi a riprendere.

Perdonate il mio sconforto ma soffro ormai anch’io di quella malattia che sta dilagando a macchia d’olio e non risparmia nemmeno le menti più serene e ben disposte all’ottimismo.

Ritornando alla nostra fiaba, alla fine Gretel a suon di ramazza fa fuori la loro aguzzina, libera il fratellino, prende l’oro della strega, accumulato da anni di malefatte e ritorna dai genitori per riportare benessere, serenità e conforto. E noi?

di Alessandra Lattuada

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