Alessandro Beccegato: il coraggio di essere imprenditori

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Alessandro Beccegato, uno dei quattro soci di Stampitalia. Alle sue spalle uno stampo versionabile a una impronta che consente di fare due prodotti. Realizzato nel 2010 è il prodotto, per qualità e complessità, che ha sdoganato l’azienda di Besnate e l’ha collocata tra le attrezzerie più capaci e affidabili

Investire la propria professionalità di operai specializzati nella costruzione di stampi per una grande azienda del settore in una nuova realtà imprenditoriale rilevando le quote di un’attrezzeria preesistente. E portarla in tempo di crisi nel giro di cinque anni da 100.000 a un milione di euro di fatturato. Un piccolo miracolo fatto da Alessandro Beccegato, Danilo Cenzato, Davide Rudello e Andrea Ruffato, soci di Stampitalia.

Quattro amici che lavoravano per un’attrezzeria nel varesotto. Danilo Cenzato è il primo ad andarsene per rilevare un’attrezzeria preesistente. Gli altri due, Alessandro Beccegato e Davide Rudello lo seguono nel 2008, entrando nella compagine sociale e infondendo nuova energia a un’azienda che non stava andando molto bene. Nel 2010 entra in società Andrea Ruffato, altro ex-collega della precedente attrezzeria che decide di intraprendere la strada imprenditoriale. Ed è così definitivo il team dei “magnifici quattro” che posseggono e guidano oggi Stampitalia (www.stampitalia.eu) di Besnate, Varese, specializzata nella progettazione e costruzione di stampi per la deformazione e la tranciatura della lamiera. Un’altra bella storia di piccola imprenditoria italiana, che raccontiamo attraverso le parole di Alessandro Beccegato.

C’è voluto parecchio coraggio a mettersi in proprio nel 2008, anno della grande crisi. Come siete arrivati a questa decisione?

Danilo Cenzato aveva già intrapreso da qualche anno questa strada con un suo parente. Siamo sempre stati in contatto con lui e sapevamo che da soli facevano fatica a rimanere a galla. Avevano bisogno infatti di una nuova ventata di energia per crescere o, quantomeno, continuare ad andare avanti. Ricordo che stavo lavorando e, alzando la testa dal banco, dissi al mio collega Davide Rudello: “Cosa ne pensi se ci mettiamo in proprio?”. Senza nessuna esitazione propose di sentire Danilo per esaminare la possibilità di entrare in società con lui e dare nuova linfa alla sua azienda. Lo abbiamo chiamato la sera stessa. Il giorno dopo, nel luglio 2008, eravamo da lui e a settembre siamo partiti con il nuovo assetto di Stampitalia,  rilevando le quote di quel suo parente e suddividendole tra noi.

E il quarto socio?

Andrea Ruffato ci ha raggiunto due anni dopo. Lavorava con noi nella precedente azienda. Io ero responsabile al banco e mi occupavo di montaggi, avanzamento lavori e assemblaggio dello stampo. Davide Rudello era specializzato nel lavoro alle frese, nella sgrossatura e nella finitura sui centri di lavoro. Danilo, abituato a fare tutto nella precedente gestione, era il “jolly” del team. Ci mancava una figura che avesse esperienza nell’elettroerosione a tuffo e a filo. Andrea Ruffato veniva spesso a trovarci e un giorno gli dissi: “Abbiamo bisogno di una figura come te: se credi in noi ti accoglieremo a braccia aperte”. Il giorno dopo è diventato il quarto socio di Stampitalia.

Non è stato facile partire, vero?

Eravamo abituati a lavorare con un’attrezzeria ben strutturata, con macchine molto performanti e in grado di fornire lavorazioni a un elevato livello qualitativo.

I quattro soci di Stampitalia. Da sinistra a destra: Alessandro Beccegato, Danilo Cenzato, Andrea Ruffato e Davide Rudello

Tutto quello che mancava allora in Stampitalia, che era priva di attrezzature adeguate. Quando si è abituati a lavorare con uno standard di qualità elevato, mantenerlo senza avere a disposizione gli “arnesi” giusti è veramente difficile. Ci siamo comunque messi immediatamente al lavoro e nei primi tre mesi abbiamo smaltito velocemente il lavoro arretrato. Inizialmente abbiamo lavorato senza assegnarci un compenso per pagare gli arretrati ai precedenti dipendenti, estinguere i debiti con le banche e pagare i fornitori. Finito il lavoro giacente, il più grosso problema è stato quello di avere nuove commesse in quel primo periodo di crisi globale. Nonostante fosse estremamente difficile trovare nuovi clienti, quelli consolidati ci davano comunque maggior lavoro perché si erano resi conto della nostra serietà e della qualità del nostro lavoro. Abbiamo così chiuso il 2009 portando il fatturato da 100.000 a 220.00 euro.

Un primo raddoppio di fatturato, quindi. Il 2009 è stato anche l’anno nel quale avete cominciato a investire in attrezzature

Sì, nel 2009 abbiamo acquistato un centro di lavoro e una rettifica. Entrambi usati, ma risorse importanti per noi perché ci hanno consentito di ottenere nuovi lavori che non potevamo eseguire con le attrezzature precedenti. L’anno successivo abbiamo investito nella macchina per elettroerosione GF AgieCharmilles CUT 240CCS. Noi eravamo orientati a macchine più di nicchia, ma poi abbiamo scelto questa grazie alla professionalità di GF AgieCharmilles e al responsabile Giovanni Rimoldi che ce l’ha consigliata per il rapporto qualità/prezzo che gli sembrava particolarmente adatto alle nostre esigenze del tempo e anche a quelle in prospettiva di crescita. Ed aveva assolutamente ragione.  Negli anni successivi abbiamo investito in nuove macchine. Oggi abbiamo due centri di lavoro, tre elettroerosioni a filo, una microforatrice, un’elettroerosione a tuffo a controllo numerico, quattro rettifiche tangenziali e una rettifica in tondo, per esterni e interni. Nel corso di questi cinque anni abbiamo investito un milione di euro in macchinari ed attrezzature.

Un investimento enorme per un’azienda così giovane. Ma testimonia anche la fiducia che le banche vi hanno concesso, in controtendenza rispetto alla difficoltà generale delle aziende ad accedere al credito

Sì, godiamo della fiducia delle banche che hanno apprezzato sin da subito il nostro modo di lavorare e la serietà professionale che è uno dei nostri punti fermi. Purtroppo non possiamo dire di avere avuto lo stesso sostegno dallo Stato. Posso fare un esempio significativo: siamo un’azienda che investe e abbiamo assunto anche tre dipendenti negli ultimi due anni.

Alcune fasi della costruzione di stampi nella sede di Besnate di Stampitalia

Nonostante questo abbiamo dovuto ricorrere a un finanziamento per pagare 200.000 euro di tasse, senza nessun aiuto da parte del “sistema paese”.

E con le nuove macchine è cresciuto man mano il fatturato, immagino…

Con una progressione più che soddisfacente. Nel 2010 eravamo già a 350.000 euro, che sono diventati 500.000 nel 2011 e 700.000 nel 2012. Il 2013 lo abbiamo chiuso con un fatturato intorno al milione di euro.

Un incremento da record, considerando questa crisi che graffia e morde

Siamo in effetti molto contenti di quello che abbiamo creato. Non nascondo tuttavia una certa delusione per la situazione del mercato, che in Italia si sta fermando del tutto. Nel corso del 2014 punteremo con decisione sui mercati esteri, assumendo una figura commerciale che li seguirà. Dal punto di vista delle attrezzature investiremo sulla prova stampi, che ancora ci manca e che riteniamo fondamentale.

Nel 2012 avete anche cambiato sede

Per i primi tre anni di attività abbiamo lavorato nella vecchia sede, che però ci andava sempre più stretta viste le nuove attrezzature sulle quali stavamo investendo. In occasione dell’acquisto del nuovo centro di lavoro ci siamo  trasferiti nella sede attuale di Besnate in un capannone di 650 metri quadrati coperti. Abbiamo triplicato lo spazio disponibile.

Come siete organizzati?

Lavoriamo essenzialmente per due tipologie di clienti. Nel primo caso ci forniscono semplicemente i disegni dello stampo e noi lo realizziamo. Nel secondo caso i clienti ci portano il disegno del particolare da produrre e da questo iniziamo il percorso che porta dalla progettazione dello stampo, con avanzato sistema CAD 3D VISI, alla sua realizzazione. Una volta progettato lo stampo e ottenuta l’approvazione del cliente andiamo avanti ordinando i materiali e procedendo con le varie lavorazioni, dal taglio a filo alla rettifica, dalla tempra alla ripresa di fresa, perché lavoriamo spesso su temprato con il centro di lavoro. Una volta che abbiamo finito tutti i componenti dello stampo passiamo al montaggio. Molto spesso andiamo dal cliente nella fase di prova dello stampo, che nella quasi totalità dei casi si rivela pronto per la produzione immediata.

Quali sono i valori che i clienti richiedono attualmente e in quale modo riuscite a soddisfarli?

Occorre avere un’azienda sempre più strutturata e con macchinari ad alta tecnologia, e in questo senso abbiamo intrapreso la strada giusta. La prova stampo è fondamentale ed è per questo, come ho accennato precedentemente, che nel corso di quest’anno investiremo in questa direzione. Al di là di questi prerequisiti,  è importantissimo operare con serietà, costruendo stampi buoni nel rispetto dei tempi. Conta tanto, per incrementare il lavoro, il passaparola del mercato. Quello che ci ha consentito di avere sempre più clienti. Un passaparola che non raggiunge però i mercati esteri ed è per questo che stiamo investendo in una figura commerciale dedicata appositamente a questo.

Attrezzeria a tutto tondo

Stampitalia è specializzata nella progettazione e costruzione di stampi per la deformazione e la tranciatura della lamiera. Garantisce la costruzione di stampi di alta precisione, attraverso la verifica costante nei processi di realizzazione del prodotto: il controllo delle differenti fasi di lavorazione attraverso strumentazioni di precisione, soggette a tarature periodiche; un ambiente a temperatura costante e climatizzato; la scelta di materiali di qualità: dall’acciaio per la costruzione delle piastre, ai sinterizzati o metallo duro per le parti trancianti. Il suo parco macchine è di elevata qualità e comprende attrezzature di AgieCharmilles, Favretto, Okamoto, Mitutoyo. Le sue linee guida sono essenzialmente tre: assistere i suoi clienti nella scelta delle soluzioni più idonee fin dalla fase di progettazione, per ottimizzare il lavoro, realizzare un prodotto finale di qualità certa e collaborare con disponibilità anche dopo la consegna del prodotto. Stampitalia progetta e costruisce stampi progressivi da trancio e piega che trovano applicazione nei settori elettronico, elettrico, informatico, automobilistico, termotecnico, ed aereonautico per l’alta produzione in serie di minuterie metalliche di vari materiali, spessori e dimensioni. L’azienda varesotta progetta e costruisce anche stampi progressivi in metallo duro e acciai speciali, per la produzione di lamierini magnetici pressoimpaccati o sciolti, a una o più figure. Da buona attrezzeria a tutto tondo esegue lavorazioni di alta precisione di particolari di ricambio in acciaio o metallo duro.

Gli investimenti e il lavoro di team

Questa foto è emblematica della “filosofia” di Stampitalia. In primo piano la macchina per elettroerosione GF AgieCharmilles CUT 3000, una delle attrezzature per le quali l’azienda di Besnate ha investito complessivamente negli ultimi anni oltre un milione di euro.

Stampitalia ha investito negli ultimi anni un milione di euro in attrezzature, dai centri di lavoro alle elettroerosioni

In fondo a destra i quattro soci, inquadrati per caso nel corso del servizio fotografico, nel corso di una delle consultazioni che intraprendono frequentemente in officina. I quattro soci infatti sono tutti operativi e hanno competenze diverse e complementari. Credono molto nel lavoro di team e in questo modo mettono insieme i loro “skill” per trovare la soluzione migliore per qualsiasi problema di lavorazione si possa presentare.

 

 

 

 

 

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