Efficienza energetica = maggiore competitività

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Electricity power generation illustrationOggi più che mai le aziende europee sono chiamate a dare risposte concrete con l’obiettivo comune di ridurre i consumi energetici. Questo in virtù del fatto che, nonostante l’apparente conflitto, le politiche energetiche contribuiscono da un lato a ridurre l’impatto ambientale a dall’altro a favorire la competitività delle imprese a fronte di una riduzione dei costi e della dipendenza dall’energia importata. Una riduzione del 20% dei consumi entro il 2020 è infatti l’obiettivo imposto dall’Unione Europea al fine di aumentare il ricorso alle energie rinnovabili, stimolare l’efficienza e incrementare le opportunità di occupazione. Il tema dell’efficienza energetica viene quindi posizionato come prima priorità d’azione anche per l’Italia non solo nell’ambito civile ma anche in quello industriale per il quale, anche se si sono registrati dei progressi negli ultimi anni, si prospettano nuove aree di intervento a favore della ripresa dello sviluppo di questo settore. Il rallentamento dei consumi del comparto industriale infatti non è imputabile all’efficientamento energetico bensì alla riduzione dei volumi produttivi dettati dalla crisi che sta interessando il Paese. Mentre le industrie italiane si trovano ancora a dover pagare un prezzo di acquisto dell’energia superiore rispetto ad alcuni paesi europei, sono ancora troppo forti le resistenze da parte dell’industria nell’adozione di tecnologie e soluzioni atte a favorire il raggiungimento di questa efficienza a causa di tempi troppo lunghi per i ritorni degli investimenti. Le potenzialità inespresse dell’efficientamento energetico italiano aprono nuove prospettive di miglioramento in termini di risparmi economici considerevoli e spingono ulteriormente verso una maggiore cultura dell’efficienza energetica, una normativa più coerente che definisca le priorità strategiche e la cooperazione internazionale.

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