Mentre l’economia mondiale comincia a manifestare spiragli di un certo ottimismo, l’industria europea celebra il 2014 all’insegna della nuova rivoluzione tecnologica già annunciata agli inizi del 2013. La Germania chiama questa la 4a rivoluzione industriale. Così come sempre si dice «quello che succede negli Stati Uniti dopo alcuni anni viene esportato da noi», monitorare gli scenari delineati dalla locomotiva europea in termini di orientamenti industriali non soltanto fa riferimento, ma può costituire anche opportunità. Per comprendere almeno a grandi linee i contorni di questa rivoluzione cominciamo a definirla come «il punto di contatto tra il mondo reale e quello virtuale». Questo significa che il mondo virtuale che ci ha stupito negli ultimi anni per la sua emozionante resa realistica, prima nel mondo del divertimento – il cinema digitale, la computer grafica, i videogiochi – successivamente nel mondo della simulazione di luoghi reali come i musei, le biblioteche virtuali, i supermercati interattivi, questo mondo sta oggi forzando prepotentemente i confini di un mondo ancora più appetibile che è quello industriale. Una confluenza fisiologica in un mondo che sempre di più ha bisogno di rigenerarsi, di bruciare le tappe della creatività, dell’inventiva e della innovazione globale, di prodotto e di processo? Certamente. Una salutare spinta da parte di una tecnologia giovane? Altro ché! Personalmente, a prescindere dal governo tedesco che con Industrie 4.0 non ha fatto altro che cavalcare l’avanzamento tecnologico messo a disposizione dallo stato dell’arte, sono convinto che ci troviamo veramente davanti a una svolta epocale. Il mondo virtuale è un catalizzatore in grado di migliorare fortemente i processi di concezione, progettazione e produzione, perché in grado di accorciare i tempi, eliminare gli errori e i danni, contenere i costi, valutare compatibilità ambientali, facilitare le personalizzazioni, le flessibilità di produzione, l’integrazione cliente-fornitore, le attività di servizi.
Legato alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, alle reti di dati, ai sistemi di interconnessione, all’automazione e monitoraggio dei processi decisionali, ai diversi software applicativi, il mix mondo virtuale e mondo reale rappresenta un potenziale esplosivo capace di aprire negli anni futuri una serie infinita di sbocchi applicativi e di opportunità di business, in particolare nei paesi a elevato costo del lavoro. La «Fabbrica digitale» rappresenta l’espressione sintetica più avanzata di questo potenziale dal punto di vista sociale, economico, tecnologico e ambientale. Il coinvolgimento delle piccole e medie imprese come fornitori e utilizzatori è di fondamentale importanza ed è quindi particolarmente a loro che si rivolge la «Fabbrica digitale» che costituirà il cuore mostra di MECSPE 2014 presso la Fiera di Parma.
di Michele Rossi