Luci e ombre nel secondo trimestre dell’anno fiscale 2014 per Siemens, che ha registrato un utile operativo del 16%, a 1.57 miliardi di euro, rispetto agli 1.7 miliardi previsti dagli analisti. I ricavi sono scesi del 2%, a 17.45 miliardi, e gli ordini del 9,4%, a 21.24 miliardi. A pesare è stato l’apprezzamento dell’euro. L’utile netto è aumentato del 12%, attestandosi a 1.153 miliardi e l’utile base per azione (EPS) è cresciuto a 1.33 euro.
In questo contesto Siemens ha annunciato la strategia a lungo termine Vision 2020. La società ha individuato nei settori elettrificazione, automazione e digitalizzazione un grande margine di sviluppo e intende orientare le sue risorse verso questi ambiti. Le prime misure concrete includono, per esempio, l’acquisizione della maggior parte del business dell’energia di Rolls-Royce e la realizzazione di una joint venture con Mitsubishi Heavy Industries (MHI), che porterà alla nascita di un fornitore completo per impianti, prodotti e servizi per l’industria del ferro, dell’acciaio e dell’alluminio.
Per sfruttare appieno le potenzialità del mercato in questi campi, la multinazionale sta riallineando le sue strutture organizzative, in senso meno gerarchico e più orientato al cliente. A partire da ottobre 2014, l’organizzazione sarà snellita passando da 16 a 9 divisioni, con una notevole riduzione della burocrazia e dei costi. Queste misure dovrebbero aumentare la produttività da circa 1 miliardo di euro l’anno e saranno a regime entro la fine dell’anno fiscale 2016.