Il perchè

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Quest’anno MECSPE ha superato tutte le aspettative più ottimistiche in termini di visitatori e di partecipanti, tanto è vero che ha dovuto ampliare la propria area espositiva includendo anche il Pad 3. Tutto questo naturalmente non è casuale, né è giustificato dal cauto ottimismo che si respira dal primo paio di mesi dell’anno. Le adesioni a questa edizione erano infatti iniziate molti mesi prima. Per tutto questo c’è un perché molto più profondo. MECSPE è un riferimento certo per tutti gli operatori del manufacturing che trovano nella manifestazione una rispondenza viva e sempre dinamica alle proprie aspettative. Chi partecipa come espositore può incontrare per tre giorni migliaia di visitatori decisionali e, se riesce a scollarsi dal proprio stand, può visitare aree specifiche di interesse e ricavarne sicuri spunti o relazioni con terzi. Visto l’affollamento nei vari stand, scollarsi può però essere un problema. Chi partecipa come visitatore ha la possibilità di incontrare tutti gli attori che formano oggi lo stato dell’arte del mondo del manufacturing globale. La forza di MECSPE si trova proprio in queste possibilità, tutte a portata di mano e facilmente fruibili.

La Fabbrica Digitale – oltre l’automazione, progetto “core” posizionato nel Pad 3, rappresentava la sintesi del mondo manufacturing del futuro. Oltre 50 partner, 16 isole di lavoro, molte robotizzate, presenti tutte le componenti necessarie a sviluppare il processo “dall’idea alla sua realizzazione” che ruotava attorno a un vettura elettrica Xam 2.0 realizzata dal team H2 PolitO  del Politecnico di Torino. Un progetto molto ambizioso che mirava a illustrare come deve funzionare la fabbrica sempre più globalizzata nella quale i “cervelli” che sviluppano nuovi prodotti e i vari attori che compongono la lunga filiera progetto-produzione-servizio del nuovo prodotto si trovano ormai a decine, o a migliaia di kilometri di distanza uno  dall’altro. Questa fabbrica che gestisce e invia dati e informazioni condivise e che governa flussi di lavoro a distanza in una perfetta integrazione di obiettivi, deve essere per forza una fabbrica digitale. Essa consente la scelta delle migliori e più convenienti competenze nel mondo per realizzare le varie fasi della filiera produttiva, accorciando le tempistiche di lancio sul mercato e ottimizzando i costi. Un messaggio forte per tutti gli operatori: è necessario attrezzarsi per avere la possibilità di entrare nei meccanismi della “supply chain” globale, nella quale ogni anello della catena è in grado di interconnettere le proprie competenze tramite le tecnologie informatiche e le reti di comunicazione.

In perfetta coerenza con la Fabbrica Digitale, poco distante, l’area 3D Print Hub, che presentava, in anteprima, tutto quello che ruota attorno al mondo delle stampanti tridimensionali, che, grazie alla possibilità di realizzare, con la tecnologia dell’accrescimento di materiale, componenti e prodotti di design o addirittura funzionali quando sono in metallo, disegnano i contorni della prossima rivoluzione industriale. Accanto, le tecnologie della simulazione, uno strumento fondamentale per vedere e testare in anteprima  nel mondo virtuale tutte le fasi progetto – produzione di un qualsiasi prodotto, comunque complesso, evitando in tal modo errori, sprechi, danni e ottimizzando assemblaggi, costi, tempistiche. Altre focus area erano sapientemente distribuite nei vari padiglioni. Le microlavorazioni affrontavano un altro tema molto attuale, quello della miniaturizzazione dei  prodotti in molti ambiti settoriali. Erano coinvolte tecnologie molto sofisticate, di elevata precisione. Ampio spazio era poi dedicata all’area dell’automazione ludica con robot impegnati in attività sportive. Quindi aree operative dedicate alla logistica oppure aree di presentazione di nuovi progetti e/o prodotti. Poi, tante macchine utensili che lavoravano componenti complessi per il settore automotive, aeronautico, energetico… Il perché del continuo successo di MECSPE è tutto qui.

di Michele Rossi     

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