Un futuro “machine to machine”

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Si sente sempre più spesso parlare della tecnologia di comunicazione da “macchina a macchina” (M2M). Si tratta di  un’ampia “etichetta” che descrivere qualsiasi tecnologia che permette ai dispositivi in ​​rete di scambiare informazioni ed eseguire operazioni senza l’intervento umano.  Il monitoraggio remoto, la gestione dei magazzini, la logistica, la gestione delle filiere di forniture, sono applicazioni classiche della tecnologia M2M, che costituisce anche la base per la recente  tecnologia “Internet delle cose”.  Ma i settori di applicazione sono trasversalmente ampi, dalla gestione delle “città intelligenti”, all’assistenza sanitaria, all’agricoltura, al commercio.

I componenti di base di un sistema M2M includono sensori, RFID, connessioni Wi-Fi, link con telefoni cellulari, software per la interpretazione dei dati e per le relative decisioni. La telemetria è l’antenato forse più noto di questa tecnologia. Dall’utilizzo delle reti telefoniche, alle onde radio, oggi, grazie allo sviluppo di internet, la telemetria è uno strumento sofisticato e fondamentale per i più svariati settori di utilizzo: il controllo a distanza del postoperatorio, il supporto guida conducente di veicoli, la trasmissione di posizioni geografiche, il monitoraggio del territorio e del’ambiente, il controllo degli impianti di depurazione, il controllo degli impianti di riscaldamento, il controllo e la tele gestione a distanza di reti tecnologiche, di impianti industriali e di macchinari, la videosorveglianza.

Le soluzioni sviluppate con capacità di comunicazione M2M si definiscono normalmente come “intelligenti“. Attualmente la tecnologia M2M non ha una piattaforma standardizzata e i prodotti sono perlopiù proprietari, ma la loro pervasività porterà necessariamente a una qualche regolamentazione normativa, pur in un ambito di scelta flessibile di opzioni di connettività, di set di funzionalità. L’evoluzione della tecnologia è evidentemente legata anche alla disponibilità del supporto di “banda larga”, ovvero alla disponibilità di una banda “più o meno larga”.  Più o meno tutti abbiamo sentito parlare delle tecnologie “2G”, “3G” o “4G”, che indicano le velocità, in crescendo, delle connessioni mobili. Con lo sviluppo parallelo della tecnologia “Internet delle cose”, cioè di un sistema nel quale uomini, dispositivi mobili e oggetti di uso comune sono connessi per dialogare, la necessità di connessioni superveloci rappresenta ormai una questione di crescita economica. La potenzialità di ampliamento del settore servizi è praticamente immensa!

di Michele Rossi

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