C’è un folto popolo di contoterzisti per i quali la meccanica non è solo un lavoro, ma una fede incrollabile a cui riservare tutte le proprie energie, senza mai tradire la qualità. Se il made in Italy continua ad essere un vanto nel mondo il merito è pure loro. L’esperienza di una piccola impresa vicentina.
Da sei anni a questa parte nell’ambito industriale c’è una sorta di immaginaria linea di confine che separa un prima da un dopo, dove il prima è il periodo luminoso antecedente al 2008, nel quale molte aziende hanno fatto registrare i fatturati e gli utili più rosei della loro storia, mentre il dopo è quello del buio tunnel nel quale, a partire dall’ultimo trimestre del suddetto, famigerato, anno, l’economia del Paese è entrata senza peraltro esserne ancora uscita. E così nei consueti incontri con i tanti maestri del truciolo di casa nostra, quando il discorso cade sul mercato ed il suo andamento, inevitabilmente i numeri esibiti vengono raffrontati, non senza una certa malinconia, con le cifre di quel prima, di cui ancora si ricorda il sapore, che forse non ritornerà più. Una consuetudine fermatasi a Cornedo Vicentino, sede della Co.Mecc. S.r.l., azienda costituita, pensate un po’, proprio in quella linea di confine chiamata 2008.
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