Assemblea Ascomut: alcuni spunti sul contesto economico italiano

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economia italiaSi è svolta a Milano lo scorso 25 giugno l’assemblea Ascomut. I lavori sono stati introdotti dalla relazione del presidente Andrea Bianchi, il quale ha dedicato ampio spazio all’analisi del contesto economico.

Dopo un 2013 oggettivamente difficile sotto molti punti di vista, l’anno è iniziato sotto gli auspici di un moderato processo di ripresa che, partendo dai parametri economico-sociali di ordine generale, poteva consentire di avviare quella inversione di tendenza sul piano della produzione industriale e dei consumi in grado di coinvolgere in modo benefico anche il settore della meccanica.

Nelle settimane scorse l’Istat ha diffuso i dati previsionali sull’economia italiana dai quali emerge che nel 2014 si prevede un aumento del prodotto interno lordo pari allo 0,6% in termini reali. In base alle previsioni, sia la domanda interna al netto delle scorte sia la domanda estera netta dovrebbero registrare modeste variazioni positive nell’anno in corso, pari rispettivamente a 0,4 e 0,2 punti percentuali. Nel 2014 la spesa delle famiglie, dopo tre anni di riduzione, dovrebbe tornare a segnare un aumento dello 0,2% per poi crescere ulteriormente nel 2015 dello 0,5%. Nel 2014 è attesa inoltre una ripresa significativa dei tassi di crescita degli investimenti (+1,9%) che si consoliderebbe nel 2015 (+3,5%).

Ancora previsioni negative invece sul fronte occupazionale: l’Istat prevede che il tasso di disoccupazione raggiungerà quota 12,7% nel 2014, per stabilizzarsi poi nel 2015 e iniziare a calare solo l’anno successivo.

Questa situazione richiede la massima attenzione ed esige l’attuazione di politiche più incisive per la riduzione del carico fiscale e per la crescita dell’occupazione, due pilastri fondamentali per il consolidamento di un’inversione di tendenza credibile e duratura.

Come ha osservato l’Ufficio Studi di Confindustria, in Italia «il fatturato industriale interno in volume sta aumentando ormai da un anno, la fiducia migliora anche tra le imprese dei servizi, i consumi risalgono e le condizioni per investire sono meno negative. Rimangono due importanti freni e un grave rischio. Il primo freno è costituito dall’andamento dell’occupazione: è vero che questa risente sempre con ritardo delle svolte produttive, ma l’emorragia di posti rimane copiosa; il rilancio dei contratti a termine può aiutare a fare più assunzioni. Il secondo freno è dato dalla contrazione del credito, che prosegue nei primi mesi del 2014 a ritmi molto elevati, anche se in parte compensati dal miglioramento della liquidità grazie al pagamento dei debiti della PA».

Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha spiegato: «Rispetto al 2008, gli investimenti sono crollati di quasi un quarto. Il capitale produttivo si sta riducendo. La prolungata disoccupazione di molti lavoratori ne riduce le abilità; genera sconforto e comprime in modo strutturale le aspettative di reddito futuro. In una parola, le nostre possibilità di crescita e sviluppo sono oggi inferiori a quelle già esigue di qualche anno fa. L’Italia, dunque, è ancora gravemente malata di bassa crescita; non è affatto fuori pericolo».

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