Riflettevo su quanto rapidamente stia cambiando il mondo che ci circonda, affascinato dal futuro e allo stesso tempo pensieroso sulle evoluzioni e sulle tempistiche delle trasformazioni. Riflettevo che, grazie a Internet, possiamo attingere a una enorme mole di informazioni con la quale tutti possiamo cimentarci, a volte anche per gioco, a immaginare ipotesi qualsivoglia di scenari futuri. Fra una ventina d’anni, la maggior parte dei lavori esistenti oggi non saranno più disponibili. Anche le imprese saranno molto diverse, nel modello di business, nell’organizzazione, nella conduzione. Dobbiamo pensare a pianificare il nostro futuro. Lo stupore dei bimbi di una volta con il naso all’insù a seguire le volute dell’aquilone è oggi superato dallo stupore dei bimbi moderni che vedono volare i guerrieri giapponesi impegnati in duelli cinematografici surreali. Il limite tra la fantasia e la realtà è sempre più labile. Il nostro futuro sarà per certi versi fantastico, anche se non privo di contraddizioni.
Grazie alla circolazione delle informazioni, tutto, o quasi tutto lo scibile è a portata di tutti. Esso alimenta la forza delle idee e diventa un patrimonio distribuito con un potenziale enorme, anche se ogni uomo ha fantasie, idee, pensieri la cui realizzazione o concretizzazione dipende da moltissimi fattori, ambientali, genetici, economici. Poi c’è la casualità. Se fosse tutto catalogabile, razionalizzabile, continueremmo a vivere in un mondo passato, pianificato. L’uomo è molto di più. Possiede impulsi, anche improvvisi, per raggiungere uno scopo. Può prefigurare improvvise strategie di azione. La sua identità si forma e si forgia con il passare degli anni. Lo allena alla competizione, la maggiore fonte di benessere nel nostro mondo occidentale. Già, la competizione, a volte demonizzata da false ideologie oscurantiste, ma da sempre alla base del nostro sviluppo economico e quindi anche sociale. La competizione che alimenta le idee, la creatività. E’ la competizione che, attraverso la creatività, ha fatto grande il nostro Paese. Se la nostra competitività complessiva è attualmente in difficoltà, è perché sta cambiando la strategia della creatività di impresa. L’ambito della creatività piramidale, caratteristica dell’impresa tradizionale, sta mutando, o meglio non è più sufficiente. Tutta l’impresa nel suo complesso è in grado di esprimere una propria creatività che deriva direttamente da quella spinta che ogni esser vivente esprime per la formulazione e realizzazione della propria strategia biologica di sopravvivenza. Strategia che proprio la competizione globale rende necessaria. Si tratta soltanto di avere la capacità di selezionare, filtrare, sintetizzare il patrimonio di creatività aziendale e adottare le strategie di business, di prodotto, di processo, emerse le più efficaci. Auspico che ogni impresa favorisca lo sviluppo e l’affermazione di un vero e proprio “mercato delle idee” che considero l’humus ideale per la piena ripresa della competitività del nostro Paese. Una visione lungimirante per il futuro.
di Michele Rossi