La nuova frontiera della medicina si avvale di “nanocipolle” al carbonio

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Medicine doctor working with modern computerDiagnosi precoce dei tumori e possibilità di intervenire in modo mirato prima dell’insorgere di una patologia irreversibile? E’ lo straordinario risultato raggiunto da un team di ricercatori dell’IIT di Genova, Lecce e Milano, coordinati da Silvia Giordani.

I nuovi nanomateriali sviluppati, costituiti da “nanocipolle”(fullereni multistrato) e marcatori fluorescenti, fungono da segnalatori luminosi del tumore in arrivo, evidenziando eventuali variazioni nel Ph cellulare non momento stesso in cui si manifestano. Questi nano-vettori possiedono quindi eccellenti proprietà che potrebbero consentire una diagnosi facile e non invasiva di cellule cancerose o affette da altre patologie.

In particolare le nanocipolle sono in grado di penetrare all’interno di cellule cancerose e produrre fluorescenza, facilitandone l’individuazione durante una diagnosi. Questo avviene grazie alle proprietà dei nanomateriali impiegati per costruire la navicella stessa, che ha un diametro di circa cinque miliardesimi di metro. La “scocca” della navicella è costituita da lamine concentriche, così come si presentano gli strati in una cipolla, queste lamine sono costituite di atomi di carbonio, che conferiscono alla navicella ottime proprietà di penetrazione nelle cellule, presentando una bassa tossicità citologica e una bassa potenzialità infiammatoria.

Al contempo, le nanocipolle di carbonio possono essere modificate chimicamente con altre molecole funzionali. Le nanocipolle possono, infatti, legare molecole che sviluppano fluorescenza, illuminando la superficie della navetta e permettendo la individuazione della stessa e la localizzazione nelle cellule e/o nei tessuti, durante il suo viaggio.

Nel futuro, potrebbero fungere da mezzi per la teragnostica (diagnosi e terapia simultanee) individuando le cellule malate e permettendo il rilascio mirato di farmaci al suo interno.

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