Come noto, il mercato dei robot industriali ha avuto origine in Giappone per poi svilupparsi in USA ed Europa, ma il futuro è in Cina dove, nel 2017, secondo il World Robot Statistics Report 2014 della International Federation of Robotics (IFR), ci saranno più robot industriali che non in USA o Europa, passando dalle attuali 200 mila unità a circa 400 mila. Da notare che le previsioni per gli USA sono di 300 mila, e per l’Europa di 340 mila.
Per quanto riguarda la “robotic density”, sempre secondo la IFR, per ora in Cina è alquanto bassa, con solo 30 robot industriali per ogni 10 mila lavoratori del manufacturing, mentre in Germania lo stesso numero è per 1000 addetti, in Giappone la densità è 11 volte quella della Cina, e in USA cinque volte. In Cina il comparto manifatturiero con più robot è, come del resto anche in USA ed Europa, quello dell’automotive, e le prospettive di crescita dei robot nel mercato dell’auto sono notevoli, così pure come nell’industria della plastica e in quella della lavorazione dei metalli, con l’obiettivo di incrementare la produttività per soddisfare la domanda interna e per aumentare la qualità dei prodotti destinati all’export. Da non dimenticare che le soluzioni robotizzate sono anche per la Cina, dopo esserlo state per USA ed Europa, molto attrattive in merito al costo della manodopera, che è in crescita, senza per questo portare a una riduzione del personale addetto al manufacturing, che continua ad aumentare. Molti siti produttivi sono relativamente nuovi e in questi casi si tendono a utilizzare nuove attrezzature allo stato dell’arte, tra cui ovviamente i robot, e anche molte vecchie fabbriche cinesi si stanno modernizzando per soddisfare la crescente richiesta di qualità degli utenti cinesi.