Fare sistema e poi?

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sistema di impreseEsistono due tipi di sistemi per il Totocalcio, che corrispondono a due tipologie basate sul calcolo delle probabilità; le stesse possono essere sviluppate per i giochi sportivi, il cui scopo è prevedere e scommettere sul risultato finale. I due tipi sono: i sistemi integrali e i sistemi ridotti, detti anche condizionati. Per carità, non voglio spiegarvi cosa sono, anche perché non lo so e non voglio essere promotore del gioco d’azzardo. I sistemi più utili, che oggi riscuotono un grande interesse da parte delle industrie, sono invece quelli che impongono una serie di condizioni sulla base di una reciproca convenienza nell’intraprendere iniziative imprenditoriali; gli scopi sono limitare i rischi, condividere gli sforzi e aumentare le probabilità di successo. Dunque, lasciamo stare i sistemi per il Totocalcio, peraltro molto costosi, e dedichiamoci all’idea sviluppatasi nell’ambiente industriale di “fare sistema”, “condividere”, “accrescere” la propria presenza dimensionale, che non è poi un’opportunità solo attuale; per esempio, in passato si sono affermati i distretti, poi si sono sviluppati strumenti come acquisizioni e/o fusioni, che non modificano l’entità giuridica e i modi di governare della singola impresa, anzi la preservano all’interno di nuove forme di aggregazione e condivisione.

La globalizzazione ha spinto soprattutto le piccole e medie imprese a rivedere il modo di interfacciarsi con il mercato internazionale, ove è difficile far sentire la propria voce quando si è soli. Le principali reazioni/domande sono le seguenti: ma chi comanderà? Ci sarà qualcuno che penserà solo ai propri interessi, a mio discapito? Dovrò mettere sul tavolo il mio know how? Gli altri saranno al mio livello? Condividere! Piuttosto chiudo… Mamma mia! Vuoi vedere che fare sistema è un altro dei tormentoni ineludibili di questi tempi fatto di parole vuote ma ad effetto? Pare una di quelle cose che diventano vere solo dopo che si sono dette un certo numero di volte. Forse che il tabaccaio dell’angolo dovrebbe fare sistema per fronteggiare il calo del mercato del fumo? E l’innovazione? Tutti sembrano sapere bene cos’è, tant’è che ne parlano per fare bella figura. È fantastico come usiamo le parole oggi; bisogna soprattutto che indichino qualcosa che sembri vero e/o faccia un bell’effetto. Quando non si sa che pesci pigliare, magari perché ci siamo lasciati prendere di sorpresa da un’onda anomala, come la crisi che stiamo attraversando da sette anni, si dà sfogo alla retorica, la quale una volta era una cosa seria, si studiava a scuola, era una scienza. Oggi al massimo fa parte dello spettacolo. Che cosa vorrà mai dire “fare sistema”? Applicato a tutto? Quanti sistemi di svariata natura ci circondano? Se non si sceglie un’area applicativa, fare sistema non dice nulla; un’area su tutte oggi, nel nostro travagliato paese, mi sembra frequentatissima: trovare il sistema di farla franca. Non mi pare che l’Italia, terreno di guerre per bande, scontri di corporazioni di ogni tipo, abbarbicate tutte alle proprie prerogative, di egoismi più o meno gretti, sia un grande esempio di sistema.

Sinceramente, sul fenomeno fare sistema/condivisione/rete e quant’altro sono perplesso, anche se in teoria – purtroppo per ora solo in teoria – è uno strumento prezioso. Qualsiasi sistema troviamo per coniugare mestiere e modernità non sarà per sopravvivere, ma per vivere, sarà per confermare, sia pure nei modi più opportuni, l’eccellenza che ci ha consentito di arrivare fin qui, nel nostro modo.

di Enzo Guaglione

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