GiMax3D: basso costo, alte prestazioni

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apertura Gmax DSC_1496La stampa 3D sta facendo sempre più breccia anche nel settore degli stampisti, che possono trovare benefici dall’adozione di tecniche di produzione additiva nel loro comparto. Non soltanto impiegando le tecnologie di prototipazione e manifattura rapida di alta gamma, ma anche con le stampanti 3D “desktop” basate sulla deposizione di filamenti fusi (FDM). Come quelle, ad esempio, progettate e costruite dalla toscana GiMax3D (www.gimax3d.com), un progetto nato nel settembre del 2013 da un’azienda che fa automazione industriale da oltre 15 anni e che tre mesi dopo ha sfornato la sua prima stampante 3D, la Standard 1.0.

DSC_1492Una macchina totalmente open source con piatto di stampa riscaldato di 300x250x250, doppio estrusore, layer da 0,06 millimetri e tolleranza sul pezzo finito di 0,08 mm. Una stampante che, assieme alle altre due che oggi compongono la gamma di GiMax3D e che poi vedremo più in dettaglio, sono adatte anche per gli stampisti. «Tra i nostri clienti – conferma Gianni Querci, uno dei fondatori della GiMax3D – annoveriamo già aziende che producono stampi. A loro giudizio, questa tecnologia permette di abbattere tempi e costi con qualità adeguate alle loro necessità. Le macchine di nostra produzione stampano con tecnologia FDM/FFF producendo modelli in materiale termoplastico (dalla gomma più morbida alla plastica più rigida compreso polistirene, PET e ABS e PLA caricato) senza effettuare nessuna modifica meccanica al blocco di estrusione. L’arrivo di questa tecnologia nel settore stampi a un prezzo “low” ha permesso di innescare processi di pensiero industriale totalmente diversi. Le altre tecnologie, SLS, SLA, POLYJET, riescono a garantire delle prestazioni di risultato eccellenti».

DSC_5934La gamma completa
La gamma di GiMax3D, oltre alla Standard 1.0, oggi propone la Standard 2.0 con le stesse caratteristiche della 1.0 ma con area di stampa di 400x400x400 e la piccola Maty a singolo estrusore e con piano riscaldato di 150x150x120. Dopo l’ottimizzazione del blocco estrusore, una recente miglioria, i tre modelli estrudono tutti i filamenti termoplastici, dalla gomma più morbida alla plastica più rigida compreso Laywood, Laybrick e Pva. ««Abbiamo avuto – spiega Querci – una esplosione di ordini sinceramente inaspettata. La scelta di partecipare al road show del 3D Print Hub ci ha sicuramente premiati perché la progettazione della nostra prima macchina era indirizzata proprio al settore professionale. Le tre prime tappe di 3D Print Hub (a Parma all’interno del MecSpe, a Bologna in occasione di Exposanità e a Bari in contemporanea con Proenergy+Expoedil) ha rafforzato quelle che erano le nostre convinzioni iniziali spingendoci, anche grazie ai numerosi ordini, a sviluppare e rafforzare il nostro prodotto. Sicuramente saremo anche 3D Print Hub di Milano tra il 5 e il 5 marzo prossimi» .

maty_zoom01Rete di vendita e ricerca e sviluppo
GiMax3D sta attivando una rete di vendita sul territorio italiano, affidandosi a rivenditori che sono professionisti di settore e non aziende improvvisate come spesso può succedere nei mercati emergenti in momenti di difficoltà globale. «Inoltre – prosegue Querci – lo sviluppo e la ricerca sono un punto cardine del nostro progetto: la nostra stampante sarà infatti a breve al Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano, con il quale collaboriamo proprio per ricerca e sviluppo di prodotto. Stiamo per mettere sul mercato una stampante low-cost di medie dimensioni che avrà le caratteristiche di base della nostra filosofia progettuale ma cercherà di accontentare anche il portafoglio dei makers che sempre con più insistenza ce la richiedono. Chi acquista una stampante 3D, sia che sia una Gimax3D o un’altra, ha idee da proporre e sviluppare e non vuole tenerle chiuse nel cassetto ha, come dico io, “la lampadina accesa e la scintilla che arde”.

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