CENTRI DI LAVORO: il rientro in patria delle produzioni

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Antonio Goia, titolare della SIMU S.r.l.
Antonio Goia, titolare della SIMU S.r.l.

Nell’ampia categoria delle macchine definite “centri di lavoro” molte sono le novità e le tendenze tecnologiche dell’ultimo periodo e sarebbe impossibile in poche righe entrare nel merito di ogni tipologia. Per tracciare tuttavia le linee principali di sviluppo, abbiamo coinvolto due aziende di riferimento nel settore: la SIMU S.r.l. di Torino, e la SORALUCE Italia S.r.l. di Este (PD).

«Il mercato vive una fase di leggera ripresa – osserva Antonio Goia, titolare di Simu che distribuisce in esclusiva per l’Italia le macchine utensili della tedesca GROB – in quanto molte aziende italiane hanno ricominciato a lavorare, in particolare, per le case automobiliste tedesche. Infatti queste ultime stanno “riscoprendo” i subfornitori italiani, dopo che per un lungo periodo si sono rivolte quasi esclusivamente a imprese asiatiche». Su questo punto Antonio Goia insiste: «La qualità delle aziende asiatiche non è costante, i prezzi in quei Paesi sono leggermente aumentati e da noi invece si sono ridotti. Insomma, il “gap” di qualche anno fa non è più incolmabile anche tenendo conto che “italiano”, in meccanica, è ancora sinonimo di garanzia».

Dal punto di vista tecnologico, il titolare della SIMU osserva che il mercato chiede in maniera sempre più insistente macchine a 5 assi per lavorare i pezzi in un unico piazzamento. E aggiunge: «Sono molto importanti anche altre caratteristiche: limitare i tempi morti e quelli di settaggio, aumentare le prestazioni di lavoro, essere flessibili nell’offrire controlli numerici a seconda dei settori di sbocco. Occorre precisare che per il particolare ambito degli stampisti è molto importante dotare le macchine di elettromandrini con coppie molto alte per ridurre i tempi di sgrossatura».

Goia conclude con uno sguardo al futuro: «L’evoluzione tecnologica è inarrestabile e “si muove” su vari fronti. Un’esigenza che hanno molte aziende, per esempio, è quella di aumentare la capienza del numero di utensili del magazzino ma allo stesso tempo di compattare ulteriormente le dimensioni del magazzino stesso. Il layout complessivo delle macchine, che comprende anche gli accessori esterni come i cambi-pallet o le centraline dell’alta pressione, deve essere sempre più “ragionato e compatto” in modo che l’utilizzatore guadagni spazio prezioso in officina. Su questi aspetti la Grob sta puntando molto. In generale, sarà sempre più importante il concetto di “rendimento al metro quadrato”»

Giancarlo Alducci, direttore generale di SORALUCE Italia S.r.l.
Giancarlo Alducci, direttore generale di SORALUCE Italia S.r.l.

Giancarlo Alducci, direttore generale di SORALUCE Italia che è filiale dell’omonima casa madre, inizia con una breve considerazione di carattere generale: «Per quel che ci riguarda, il mercato è in crescita ormai da un anno, cioè da settembre 2014. Tuttora il trend rimane positivo, sia in termini di volumi di vendite, tornati sui livelli pre-crisi, sia in termini di fatturato. Le imprese italiane sono più attente, sanno investire con giudizio e per tali ragioni le aspettative per il futuro restano positive, nonostante le solite incertezze di tipo politico e finanziario, oltre ad alcune situazioni “di rischio” come la crisi greca o la “bolla cinese”».

Cosa chiede oggi il mercato in termini di soluzioni tecniche? «Il mercato si sta spostando dalle macchine di tipo tradizionale, cioè a 3 assi, a quelle a 5 assi, multitasking e automatizzate, al fine di lavorare i pezzi in un unico piazzamento con la massima flessibilità. Noi, per esempio, proponiamo macchina fino a 7 teste di vario tipo con cambio automatico: testa di tornitura, ad angolo, millesimale, ecc., e con cannotti modulari di lunghezze e diametri diversi. L’ulteriore obiettivo è quello di ridurre la presenza dell’uomo a bordo macchina, e non solo grazie all’ausilio di sistemi CAD-CAM sempre più raffinati, ma anche mediante dispositivi ausiliari alla presenza dell’operatore. SORALUCE, oltre al cannotto modulare, propone per esempio il controllo adattativo “Adapitive Control” che permette di ottimizzare i consumi energetici rilevando gli assorbimenti di potenza e gestendo di conseguenza gli avanzamenti dell’utensile. Propone altresì un dispositivo per lo smorzamento “just in time” delle vibrazioni denominato “DAS” e delle microvibrazioni in fase di barenatura e alesatura detto “SSV”, in modo da migliorare la finitura superficiale, aumentare la vita dell’utensile e aumentare la produttività».

Quanto al futuro, Alducci conclude: «Mentre la ripresa nel mondo della meccanica generale è diffusa a macchia di leopardo, in quello degli stampi la risalta è più convincente, in particolare per il traino del settore automotive. Altri settori in salute sono quello energetico e dei beni strumentali, e in questi ambiti occorre puntare anche per il futuro. Quanto agli sviluppi tecnologici, saranno sempre più importanti concetti su cui i clienti, ormai, non scendono più a compromessi: affidabilità, minori costi di manutenzione, bassi consumi energetici ed elevata produttività».

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